(Teleborsa) – La strategia del Ceo di Andrea Orcel di trasformare la banca in una “macchina da profitto” ha già dato i suoi frutti ed il valore del titolo è più che raddoppiato nell’ultimo anno, mentre l’esercizio 2022 ha registrato il più alto utile annuale da oltre un decennio. E’ quanto scrive il Wall Street Journal in un articolo dedicato al rilancio della banca di Piazza Gae Aulenti.
“Il rilancio è stato guidato da Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs Group AG, che ha assunto la carica di amministratore delegato nell’aprile 2021″, ricorda il quotidiano finanziario statunitense, spiegando che il manager “ha ereditato un istituto ancora in fase di ristrutturazione” che “si stava ancora liberando di un pesante carico di crediti inesigibili risalenti alla crisi del debito sovrano del continente nel 2011″.
“Il nuovo Ad si è mosso immediatamente per rendere la banca più agile e focalizzata sulla crescita”, sottolinea il Wsj, riconoscendo che “il mandato di Orcel ha coinciso anche con la fine dei tassi di interesse negativi in Europa, che per anni hanno mantenuto bassi i profitti delle banche”. “UniCredit è molto legata ai tassi d’interesse – si ricorda – dato che guadagna soprattutto grazie alla raccolta di depositi e all’erogazione di prestiti”.
“Nell’ambito di una strategia denominata UniCredit Unlocked, Orcel ha fissato obiettivi di profitto più elevati e, di conseguenza, maggiori retribuzioni per gli azionisti. Si tratta di una rarità in Europa, dove la Banca Centrale Europea pone spesso dei limiti a quanto gli istituti di credito possono remunerare gli investitori, data la loro redditività relativamente bassa”.
“La strategia di Orcel presenta delle sfide. È probabile che il portafoglio prestiti della banca si deteriori a causa della difficoltà dei mutuatari a rimborsare i prestiti con l’aumento dei tassi, anche se il danno sarà probabilmente moderato”, afferma il Wsj, citando l’opinione di Maria Jose Mori, analista di Moody’s Investors Service.
“UniCredit è migliorata, ma rimane un lavoro in corso. Il titolo della banca viene ora scambiato a circa 0,7 volte il valore contabile, il che significa che il mercato lo valuta ancora sostanzialmente inferiore al valore delle sue attività dopo aver sottratto le passività. Rapporti così bassi possono segnalare preoccupazioni circa la redditività o la solidità patrimoniale di una banca”, conbclude il quotidiano statunitense, citando un commento di Cole Smead, CEO di Smead Capital Management, che afferma “non mi sorprenderebbe se entro l’anno prossimo UniCredit venisse scambiata al valore contabile”.