(Teleborsa) – Il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha dichiarato che “negli ultimi mesi il confronto con il Governo è andato via via deteriorandosi, indebolendosi. I tavoli sono un po’ arenati, impantanati”. Sbarra è intervenuto a “Coffee Break”, chiedendo all’esecutivo “la disponibilità a riprendere il confronto sulle pensioni”. Sbarra ha sottolineato che “da mesi il Governo ha la nostra piattaforma unitaria. Bisogna poi far ripartire la discussione su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che continua a essere una grande emergenza nazionale. E affrontare il tema della delega fiscale. La grande priorità è l’inflazione che continua a erodere pezzi significativi di salari e pensioni, mettere in campo una nuova politica dei redditi“.
La Cisl ha chiesto quindi al Governo di “attivare un confronto per mettere sotto controllo prezzi e tariffe, arginare la speculazione, aiutarci a rinnovare i contratti e tagliare le tasse soprattutto su redditi da lavoro dipendente e da pensione”. “È inaccettabile che quando i costi di produzione aumentano, prezzi e tariffe arrivano alle stelle. E quando alcuno costi di produzione cominciano a ridursi abbiamo prezzi e tariffe che rimangono altissime. C’è troppa speculazione”, ha aggiunto.
“La partecipazione e la democrazia economica è la tematica che incrocia tutte le sfide di questo tempo. Ci può aiutare ad alzare i salari, a dare qualità e stabilità al lavoro, a recuperare maggiore produttività, a innovare le relazioni sindacali, a contrastare le delocalizzazioni”, ha proseguito il leader della Cisl parlando della proposta di legge di iniziativa popolare depositata ieri in Cassazione e su cui avvierà una raccolta di firme. “Abbiamo consegnato ieri il testo al presidente Meloni, che ha apprezzato e ritiene possa essere una via per costruire un nuovo modello di sviluppo e di crescita fondato sul principio della maggiore responsabilizzazione delle parti sociali – ha aggiunto –. Nei prossimi giorni incontreremo altri leader politici”.
Sbarra ha poi sottolineato che “se avessimo avuto nei mesi passati una legge come questa non avremmo avuto delocalizzazioni e atti di pirateria industriale con aziende che decidono di chiudere dalla sera alla mattina mandando una semplice mail ai lavoratori. Il tempo è maturo a 75 anni dalla Costituzione di attuare l’articolo 46. Non partiamo da zero, negli ultimi anni abbiamo sottoscritto accordi e intese con tantissime aziende. Penso a Poste, Ferrovie dello Stato, Autostrade, Piaggio, Ducati, Lamborghini. La nostra è una proposta che mettiamo alla valutazione delle associazioni datoriali e che sfida il Governo”.