(Teleborsa) – “L’Italia è un paese tipicamente follower delle altre tendenze europee, e questo accade anche nel venture capital. Già nel quarto trimestre del 2022 avevamo visto un mancato incremento nei deal, anche se non va dimenticato che il 2021 era stato un anno record, e quindi il calo del primo trimestre del 2023 non deve stupire“. Lo ha affermato Matteo Bonfanti, partner di Kairos Partners SGR, durante la presentazione del Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeM, che ha indicato un calo del 63% sull’ammontare investito in startup italiane nei primi tre mesi del 2023.
“Questa contrazione la vediamo nel deal flow operativo, ed è più sentita da società che cercano round di grandi dimensioni, che sono più influenzate dal contesto macro globale – ha spiegato – In Italia sta accadendo lo stesso fenomeno dell’Europa, dove però non c’è una crisi del venture capital, perché i dati sono in contrazione nel breve periodo ma in assoluta crescita nel medio periodo”.
Bonfanti ha anche ricordato che nel 2021 “abbiamo visto delle valutazioni molto importanti per delle società che avevano business model ancora molto poco solidi”.
L’esperto ha anche ricordato che “a livello europeo ci sono oltre 50 miliardi di euro di dry powder, il che vuol dire che c’è del capitale sicuro per essere investito, che serve anche a scavallare questo momento macro difficile”. “In Italia la maggior parte dei fondi attivi è stato lanciato negli ultimi 2-3 anni e quindi anche qui c’è capacità di investimento“, ha aggiunto.
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