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Def: PIL tendenziale a +0,9%, deficit al 4,3%

(Teleborsa) – Prudenza nelle stime e fiducia nelle potenzialità per superarle. Come anticipato nei giorni scorsi dal ministro Giancarlo Giorgetti, il Def rivedrà al rialzo le stime della crescita. Nel Documento di economia e finanza – atteso in consiglio dei ministri martedì prossimo – la nuova stima tendenziale relativa al PIL sarebbe del +0,9% nel 2023 in deciso aumento rispetto al dato programmatico dello 0,6% indicato a novembre nella Nadef. Per il deficit si passa dalla stima programmatica del 4,5% al tendenziale 4,35%. Il governo è pronto a rivedere al rialzo le stime di crescita per il 2023, tagliando leggermente il deficit. È quanto si apprende da fonti del ministero dell’Economia, che sottolineano come il lavoro vada avanti a via XX Settembre in base all’approccio “prudente” già dimostrato da Giorgetti in occasione della Nadef e della legge di bilancio.

La prudenza, viene spiegato, è sinonimo di serietà rispetto all’Europa e alla situazione dei conti pubblici italiani e il governo continuerà su questa strada. Le ragioni della prudenza vedono anche il Fondo monetario internazionale prevedere una crescita mondiale debole per quest’anno, al di sotto del 3% e intorno a quella cifra per i prossimi cinque anni, nella previsione a medio termine più bassa dal 1990, 33 anni fa, e ben al di sotto del +3,8% degli ultimi due decenni. “Nell’ultimo anno i prezzi praticati dalle imprese – si legge nel testo – hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti ma, per la prima volta dalla fine del 2020, rallenterebbero nei prossimi 12 mesi in tutti i comparti, ad eccezione di quello dell’edilizia residenziale”.

È facile immaginare che la crescita programmatica del nuovo Def, calcolando anche gli effetti delle misure che il governo metterà in campo per spingere l’economia, alla fine possa agganciare la soglia dell’1%. Il miglioramento dei dati potrebbe aprire qualche margine di spesa in più per il governo che potrebbe usare le risorse aggiuntive per i provvedimenti ritenuti prioritari, come la delega fiscale.

“L’economia italiana – evidenzia la nota sulla congiuntura di aprile dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che dovrà validare i conti del Def – mostra segnali di ripresa moderata nel primo trimestre del 2023, dopo il rallentamento degli ultimi tre mesi dello scorso anno, mentre l’inflazione è in calo. Per l’Upb l’incertezza si riduce nel breve termine mentre nel medio periodo prevalgono i rischi al ribasso sulla crescita e al rialzo sull’inflazione. Oltre al conflitto in Ucraina gli elementi potenzialmente avversi citati sono i tempi del Pnrr, le tensioni finanziarie globali, l’inflazione e anche i rischi climatici e ambientali.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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