(Teleborsa) – Standard&Poor’s ha confermato le previsioni di una leggera recessione nell’area euro, mentre l’inflazione non dovrebbe rientrare i livelli perseguiti della BCE prima del 2025. Nell’Economic Outlook Eurozone Q2 2023: Rate Rises Weigh On Return To Growth l’agenzia di rating ha affermato che a dispetto del solito avvio di 2023 lo scenario di base per l’unione monetaria resta quello di “stagnazione”.
“Vediamo un elevato rischio di una lieve recessione più avanti – ha spiegato Sylvain Broyer, capo economista per Europa e Meio Oriente di S&P Global Ratings citato in un comunicato –. Abbiamo rivisto marcatamente al ribasso la nostra previsione sulla crescita 2024, al più 1% dal più 1,4%, e ci attendiamo che ci vorrà fino al 2025 prima che la crescita del PIL torni al suo potenziale”.
Secondo Standard&Poor’s l’inflazione totale non tornerà al 2% perseguito dalla BCE prima del 2025 e l’inflazione di fondo non lo farà prima del terzo trimestre, sempre del 2025. Questo costringerà l’istituzione a tenere i tassi di interesse elevati più a lungo di quanto precedentemente atteso, mentre il tasso di sui depositi potrebbe essere alzato al 3,50% (50 punti base sopra il valore attuale). Secondo l’agenzia le prospettive di breve termine per lare euro appaiono “complicate”. Perché la politica monetaria restrittiva si trasmetterà alla domanda interna, mentre produzione e lavoro potrebbero perdere slancio. “Le prospettive sono complicate ma non cupe”, ha concluso Broyer.