(Teleborsa) – Il 43% dell’ammontare collocato presso gli investitori istituzionali del nuovo BTP Italia è stato collocato presso le banche mentre il 33,9% presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 23,1% dell’emissione (in particolare il 5,6% è andato ad assicurazioni, mentre il 17,5% è stato allocato a istituzioni governative).
È quanto comunicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) il giorno dopo la conclusione della Seconda Fase della diciannovesima emissione del BTP Italia, titolo indicizzato all’inflazione italiana.
La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta il 9 marzo nell’arco di 2 ore, ha registrato 178 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1.353,653 milioni di euro. Questo dato, insieme a quello della Prima Fase di collocamento che ha visto un ammontare di 8.563,209 milioni di euro acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di quasi 10 miliardi di euro.
Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto l’84,7%. Il restante 15,3% dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti in Svizzera (5,7 per cento), in Francia (4,7 per cento), in Germania (2,7 per cento), nel Regno Unito (1,3 per cento) e presso altri paesi europei (0,9 per cento).
Per quanto riguarda la Prima Fase, destinata al retail, ieri è stato comunicato che dei 327.323 contratti conclusi sul MOT circa il 70% è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si arriva a circa il 93% del totale. Il taglio medio dei contratti, pari a 26.161 euro, è stato il più basso mai registrato nelle emissioni di BTP Italia.