(Teleborsa) – “Ritengo che serva maggiore convergenza e cooperazione internazionale nella regolamentazione, al fine di colmare le potenziali lacune che connotano la vigilanza sulle criptoattività. Regimi regolamentari individuali basati esclusivamente sugli ordinamenti nazionali potrebbero non essere più sufficienti. Lo ha affermato Elizabeth McCaul, membro del Consiglio di Vigilanza della BCE, intervenendo alla conferenza “The New Frontiers of Digital Finance” organizzata dalla CONSOB.
“I nuovi sviluppi nella finanza digitale mettono in luce la necessità di disporre di un quadro più integrato a livello mondiale, in assenza del quale l’arbitraggio normativo accrescerebbe il rischio di perdite per la clientela, arrivando persino a minacciare la stabilità finanziaria“, ha spiegato.
McCaul ha spiegato che i supervisori bancari o dei mercati si trovano oggi davanti a una sfida “ancora più pronunciata poiché la trasformazione digitale ha offuscato i confini“, rendendo complicato determinare come assegnare le attività di supervisione ai regimi appropriati.
La funzionaria ha anche affermato che il crollo di FTX (che è stato un popolare exchange di criptovalute) lo scorso novembre “ci ha lasciato con domande sulle lacune nel framework“, anche perchè molte aziende del mondo crypto affermano di non avere alcuna sede centrale, e quindi “la mancanza di un punto di ingresso centrale tradizionale pone sfide per i nostri attuali approcci normativi e di vigilanza”.
McCaul ha sostenuto che l’Europa è all’avanguardia nello sviluppo della regolamentazione per le crypto, citando il pacchetto di regole “MiCA”, ma da sola non sarà riuscirà a colmare tutte le potenziali lacune, “anche perché lo stesso livello di supervisione non esiste in altre importanti giurisdizioni”.