(Teleborsa) – Sulla riforma fiscale “noi abbiamo sempre dichiarato che ci aspettiamo innanzitutto un riforma organica, perché se si parla solo di rimodulazione delle aliquote non è questa la strada”. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi a margine degli incontri alle riunioni dei sindaci all’Anci, a Roma. “Da quello che abbiamo appreso, perché aspettiamo di vedere i testi, ovviamente, noi ci aspettiamo però un capovolgimento di quello che è il paradigma, cioè un fisco di impresa per la crescita. Perché se come ho letto si pensa di utilizzare il fisco su strumenti come le nuove assunzioni si sta sbagliando”.
Di strettissima attualità il PNRR che “è uno strumento importantissimo” mentre “credo che ci sia in questo momento una minore attenzione. Ed è il motivo per cui abbiamo colto in maniera molto positiva questo invito da parte dell’Anci: proprio perché riteniamo che i sindaci e le città metropolitane, con il loro territorio, possano scaricare veramente a terra una parte importante. E peraltro non vista solo per singoli territori ma anche per sinergia. E quindi ho visto che ci sono degli esempi, so che stanno parlando Genova, Milano, Torino per farne uno, dove l’effetto moltiplicatore è importante. E quindi è fondamentale l’incontro di oggi”
Sulle regole di Bilancio in Europa “si Parla di Patto di stabilità e di crescita, io farei di crescita e stabilità, perché è la crescita che ci porta alla stabilità. È ovvio che quelle che erano le regole prima della pandemia oggi non valgono più. Bisogna pensare a un nuovo Patto, è nell’interesse dell’Italia che si trovi un patto con delle regole per noi fondamentali, perché noi abbiamo un rapporto del debito-Pil del 145%. Quindi non possiamo stare sui mercati con il rischio, fra l’altro, di tassi che aumentano in una situazione così non ancora definita. La commissione ha detto che entro 2023 vuole arrivare alla definizione e quindi dobbiamo partecipare al processo di definizione cone delle regole, ribadisco, che guardino alla crescita”
Bonomi condivide anche i richiami alla prudenza sui rialzi dei tassi della BCE, ripetutamente lanciati dal governatore della banca d’Italia, Ingnazio Visco. “Condivido il monito del governatore Visco. L’ho sempre detto: un aumento dei tassi fino al 3% era condivisibile, andare oltre secondo me ci si mette a rischio. Perché l’idea di contenere un’ inflazione, e l’inflazione europea è diversa da quella americana, solo tramite l’intervento sui tassi rischia di far passare dal contrasto all’inflazione alla recessione”.
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