(Teleborsa) – In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, Terna mette a disposizione otto borse di studio in ambito STEM per le donne rifugiate. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Sistech, associazione europea no-profit che promuove l’accesso delle donne rifugiate nel mondo del lavoro digital&tech, – spiega Terna in una nota – vuole favorire l’inclusione e la diversità attraverso l’innovazione, la riqualificazione e il potenziamento delle loro competenze.
In particolare, Terna ha scelto di finanziare alcune borse di studio trimestrali i cui percorsi sono incentrati su data science, web or software development, digital project management, cybersecurity e digital marketing. Il progetto scelto dal gestore della rete elettrica nazionale si chiama Boost e prevede anche una serie di servizi per aiutare le donne rifugiate nell’accesso al mercato del lavoro attraverso corsi di lingua e percorsi di supporto psicosociale, oltre che nella logistica.
In continuità con gli anni scorsi, il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha identificato per la ricorrenza dell’8 marzo un tema specifico: “Educazione e Formazione”, attraverso il quale richiamare l’attenzione sull’importanza della parità di genere e del superamento degli stereotipi legati al gender, come testimoniano i programmi Data Girls e SheTech, promossi da Terna sul tema della formazione delle donne nelle materie STEM.
Con l’adesione al programma Boost, il gestore della rete elettrica nazionale conferma il grande impegno nel promuovere la gender equality, monitorando costantemente i principali indicatori gestionali che analizzano la parità di trattamento fra uomini e donne, come sancito dal Codice Etico del Gruppo.
Terna è stata recentemente inserita, per il quinto anno consecutivo, nel Gender Equality Index (GEI) di Bloomberg, l’indice internazionale che misura le performance aziendali sui temi della parità di genere e dell’inclusione, ed è anche fra le 100 società nel mondo incluse nel Gender Equality & Inclusion Index di Standard & Poor’s, che seleziona le aziende quotate più attente alla parità di genere.