(Teleborsa) – La diffusione dell’open banking sta determinando “una profonda discontinuità nelle modalità di possesso e di utilizzo dei dati degli utenti dei servizi finanziari” e nel settore dei pagamenti porta a “un parziale ridimensionamento del ruolo – finora esclusivo – degli intermediari presso cui i conti dei clienti sono radicati, consentendo a “terze parti”, ovvero alle loro applicazioni basate sulla tecnologia delle API, di effettuare il pagamento per conto del consumatore, senza la necessità che esse abbiano una relazione contrattuale con la banca.
Lo sostiene la Banca d’Italia nel rapporto “L’Open Banking nel sistema dei pagamenti: evoluzione infrastrutturale, innovazione e sicurezza, prassi di vigilanza e sorveglianza”. Il termine open banking si riferisce alla possibilità che terze parti accedano a dati e informazioni relativi ai conti correnti tenuti presso le banche dai clienti, con l’assenso di questi ultimi, al fine di fornire loro nuovi servizi e applicazioni.
Secondo il rapporto, si stanno “creano le basi, di mercato e infrastrutturali, per un’inedita competizione tra gli operatori tradizionali (i cosiddetti Account Servicing Payment Service Providers – ASPSP) e nuovi soggetti (i Third-Party Providers – TPP) caratterizzati da una forte connotazione digitale”.
Viene anche sottolineato che l’open banking genera “una maggiore complessità tecnologica e aumenta le interconnessioni” all’interno dell’industria dei pagamenti, e ciò richiede che le autorità pubbliche definiscano assetti regolamentari e di vigilanza in grado di fare evolvere l’intero sistema finanziario verso una maggiore efficienza e inclusività, mantenendolo nel contempo sicuro e affidabile.
Secondo la Banca d’Italia, sul mercato italiano sono state sviluppate quattro soluzioni di sistema (cosiddette piattaforme di sistema), aperte anche a soggetti non italiani: CBI GLOBE, offerta da CBI S.c.p.a.; Cedacri Open Banking API Portal, di Cedacri S.p.a.; Fabrick Platform, offerta da Fabrick S.p.a. (società del Gruppo Sella); SIA Open Banking Platform di .
Dal rapporto emerge che il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi di open banking è ancora limitato, ma presenta “margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato”. Nel primo semestre del 2022 i e clienti di servizi di open banking in Italia (contati come Payment Service User, o PSU) erano 407.319, in aumento dai 353.920 del secondo semestre del 2021 e dai 163.337 del primo semestre del 2021.
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