(Teleborsa) – “La fiducia si perde in un attimo, ma ci vuole tempo per recuperarla. Quello che dobbiamo fare, e stiamo facendo, è essere molto cauti nelle scelte e produrre – trimetre dopo trimestre – risultati costantemente positivi. Questo è l’unico modo per ridare fiducia ai piccoli e grandi azionisti, e per non deluderli di nuovo. Questo ci garantisce anche di non avere variazioni importanti delle azioni, e quindi dare fiducia al mercato”. Lo ha affermato il CEO di , Alessandro Puliti, nel media briefing che ha seguito la pubblicazione dei risultati preconsuntivi dell’esercizio 2022 e l’aggiornamento del Piano Strategico.
Poco più di un anno fa, a gennaio 2022, Saipem aveva lanciato un inatteso profit warning, che aveva fatto crollare il titolo, a cui era seguito un aumento di capitale in estate. “Leggo spesso le lettere dei piccoli azionisti, e sono una delle cose che mi fa riflettere – ha aggiunto – Abbiamo un’enorme responsabilità e ricordo al management che il primo dovere è non deludere le persone che hanno riposto in noi la fiducia, ed è una costante della mia azione gestionale”.
La società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 9.980 milioni di euro (+53% rispetto al 2021) e un EBITDA adjusted pari a 595 milioni di euro (rispetto ad un dato negativo di 1.274 milioni di euro nel 2021). Per il 2023 sono previsti ricavi superiori a 11 miliardi di euro ed un EBITDA adjusted per circa 850 milioni di euro, mentre le previsioni al 2026 sono di ricavi superiori a 12 miliardi di euro e un EBITDA adjusted di oltre 1,2 miliardi di euro.
Nel 2022 la società ha registrato nuovi ordini acquisiti per circa 14 miliardi di euro, con oltre il 70% delle acquisizioni che sono state realizzate nei business offshore (E&C e Drilling). “C’è stata una svolta nel nostro portafoglio, con molto più accento sull’attività offshore che onshore, in quanto la prima dà marginalità più alta – ha spiegato Puliti – Venendo dalla situazione finanziaria dello anno corso, dovevamo per forza privilegiare i business con marginalità più alta. Comunque, non l’abbandoniamo l’onshore, ma lo rifocalizzaimo sulle aree di business in cui pensiamo di poter essere più competitivi, e quindi sicuramente in tutto il settore della transazione energetica”.
“Non stiamo parlando di cessazioni o dismissioni – ha quindi puntualizzato – ma di fare una focalizzazione su alcune direttrici come il gas, i fertilizzanti, il riciclo della plastica e la filiera della cattura della CO2“.
Sul fronte della sostenibilità, il CEO ha affermato che “il 25% del totale atteso dei nuovi ordini è fatto da attività low-carbon o zero-carbon, in particolare nei settori dell’offshore wind, nella cattura e del sequestro della CO2, nelle infrastrutture sostenibili – in particolare la costruzione dell’alta velocità, che è un elemento fondamentale della mobilità sostenibile – e poi tutta l’area della robotica offshore”.
“L’immagine plastica della transizione energetica è l’ammiraglia della flotta Saipem, la Saipem 7000 – ha aggiunto – Si tratta di un vessel che ha operato per decenni nell’Oil & Gas e che negli ultimi anni sta operando esclusivamente nell’eolico offshore. Utilizziamo quindi navi progettate e utilizzate per i combustibili fossili, ma ora per le rinnovabili”.