(Teleborsa) – “Era illusorio pensare di poter rimanere con i tassi negativi, fino a oggi il rialzo dei tassi è in una ottica che si può sostenere“. Lo ha ammesso il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, aggiungendo che “la BCE deve stare attenta, perché un conto è una politica monetaria per combattere l’inflazione e un conto è creare le condizioni per una recessione“. L’avvertimento arriva nell giorno in cui la Presidente Christine Lagarde ha ribadito la piena determinazione della banca centrale ad alzare i tassi di 50 punti a marzo e dopo si vedrà.
Parlando della crescita del PIL, il leader di Confindustria ha confermato che “le previsioni per il 2023 sono positive, sono più positive di quello che tutti pensavano. Anche se parliamo sempre di uno zero-virgola“. Bonomi ha però voluto ricordare che i dati del PMI manifatturiero che sono apparsi deludenti ed ha commentato “il manifatturiero sta cedendo il passo, un settore che trascina tutto il resto”.
Luce verde alla trasformazione del MES in un fondo per la competitività europea caldeggiato dall’Italia. “Se Giorgia Meloni vuole fare una battaglia per la trasformazione del MES in un fondo per la competitività europea, Confindustria c’è”, ha assicurato Bonomi, aggiungendo “se il problema è che il MES non è più consono agli obiettivi che ci siamo dati, andiamo in Europa a cambiarlo”.
Il leader degli industriali ha parlato anche di riforma del fisco e salario minimo, ricordando che “siamo un Paese dove si pagano più tasse sul lavoro che sulle rendite finanziarie. Non è pensabile che abbiamo un cuneo fiscale che è tra i più alti tra i paesi OCSE”. La riforma del fisco – ha aggiunto – “deve essere organica perché se affrontiamo la riforma del fisco parlando di tre aliquote Irpef, allora non ci siamo”. Parlando del salario minimo di 9 euro l’ora, Bonomi ha affermato che “tutti i contratti collettivi dell’industria sono superiori a questa cifra”.
Non poteva mancare un accenno al Superbonus ed alla questione dello stop alla cessione dei crediti fiscali, a proposito della quale, il Presidente ha avvertito che “migliaia di cantieri rischiano di fermarsi; sappiamo quanto é importante il contributo del settore per il PIL”. “Come industria ci dobbiamo assumere la nostra responsabilità: se il governo creasse condizioni per le cessioni di primo grado tra privati – ha aggiunto – le imprese potrebbero comprare i crediti che oggi sono fermi”.