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Commodities, eccessiva concentrazione mercato è rischio per stabilità finanziaria

(Teleborsa) – L’eccessiva concentrazione del mercato (a più livelli), l’uso diffuso della leva finanziaria e l’opacità in alcune aree del settore sono le maggiori vulnerabilità finanziarie del mercato delle commodities, che in caso di shock potrebbero quindi favorire il propagarsi dell’instabilità all’intero sistema finanziario. Lo sostiene il Financial Stability Board (FSB) del G20 in un nuovo report sul tema, uscito a un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha provocato un’impennata del prezzo delle principali materie prime e un’estrema volatilità in alcuni mercati e nei relativi derivati.

Aumentano i comportamenti rischiosi

Il rally dei prezzi e la grande volatilità hanno indotto un picco nelle richieste di margini, con conseguente aumento della domanda di liquidità da parte delle società di materie prime e di altri partecipanti al mercato per soddisfare tali richieste e l’emergere di tensioni di liquidità in alcuni mercati. In alcuni casi, i trader di materie prime sono stati in grado di soddisfare la loro domanda di liquidità aumentando l’uso di linee di credito bancarie o prendendo in prestito fondi aggiuntivi.

“L’ecosistema delle materie prime nel suo insieme è stato ampiamente in grado di assorbire lo shock“, sostiene il report, evidenziando che non si sono verificate interruzioni di rilievo nel funzionamento del mercato – ad eccezione del mercato del nichel del London Metal Exchange (LME) – e l’impatto sul resto del sistema finanziario è stato limitato.

Gli operatori del mercato delle materie prime si sono adattati allo shock di volatilità cercando di ridurre il rischio di liquidità del finanziamento, assumendosi al contempo maggiori rischi di credito e di mercato. I dati suggeriscono che in Europa si è verificata una migrazione dell’attività – in alcuni segmenti – dai mercati dei derivati negoziati in borsa (ETD) e compensati a livello centrale a mercati over-the-counter (OTC) in gran parte non compensati, al fine di ridurre i rischi di liquidità del finanziamento associati a improvvisi aumenti del richieste di margine. Tuttavia, “una tale mossa ha anche aumentato i rischi di credito di controparte nell’ecosistema delle materie prime”, viene sottolineato.

Ci sono anche indicazioni che alcuni attori nei mercati europei delle materie prime potrebbero aver ridotto il loro hedging contro i prezzi delle materie prime a causa dell’aumento delle richieste di margini. “Sebbene ciò riduca nuovamente i rischi di liquidità del finanziamento, aumenta i rischi di mercato delle società di materie prime”, è il giudizio dell’FSB.

Le vulnerabilità finanziarie chiave

La più grande vulnerabilità dell’ecosistema delle materie prime è rappresentato dal fatto che è “concentrato in diversi modi“, tra cui: la quota di attività di trading e derivati in poche grandi aziende di materie prime; le banche che erogano credito ai trader di materie prime, che si affidano a finanziamenti a breve termine per finanziare le loro attività; le banche che forniscono servizi di compensazione per collegare le imprese e le controparti centrali (CCP); le CCP utilizzate per compensare i derivati su merci; la proporzione di scambi elettronici intermediati dalle principali società di trading.

In secondo luogo, vi è “un uso diffuso della leva finanziaria“, sia attraverso l’assunzione di fondi a breve termine da parte di trader di materie prime, sia l’esposizione alla leva finanziaria sintetica incorporata nel trading di derivati. L’uso della leva finanziaria può portare a stress di liquidità in caso di richieste di margini su posizioni in derivati e richieste di garanzie su prestiti a breve termine.

La mancanza di informazioni

Infine, vi è “opacità in alcune aree del settore delle materie prime”, compresi i mercati dei derivati OTC, dove è difficile ottenere un quadro completo delle dimensioni o della rete delle esposizioni tra giurisdizioni.

Il report individua anche una serie di lacune nei dati che ostacolano la valutazione delle vulnerabilità nel settore delle materie prime e rendono difficile quantificare i canali di trasmissione della stabilità finanziaria. Ad esempio, si sono verificate difficoltà nell’ottenere esposizioni transfrontaliere nei mercati OTC o dati sulla rete di esposizioni per valutare l’accumulo di posizioni concentrate. Anche le informazioni sul comportamento commerciale e sulle esigenze di finanziamento dei commercianti di materie prime sono limitate

(Foto: Foto di v2osk su Unsplash)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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