(Teleborsa) – Dopo diversi anni di crescita sostenuta, l’irrigidimento delle condizioni di funding e l’indebolimento delle condizioni macroeconomiche rallenteranno probabilmente l’attività di shadow banking a livello globale nel 2023, secondo un nuovo rapporto di S&P Global Ratings sul tema.
Secondo la definizione della CONSOB, lo shadow banking (in italiano sistema bancario ombra) è quel complesso di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione in quanto posti al di fuori del perimetro di applicazione delle relative norme.
S&P afferma che molte shadow bank gestiscono modelli di business collaudati nel tempo o a basso rischio, come i fondi del mercato monetario, e quindi dovrebbero essere in grado di resistere alla recessione. Altri dovranno invece affrontare una prova più dura, in particolare quelli che operano con una leva finanziaria elevata o nascosta, quelli che sono cresciuti rapidamente acquisendo attività più rischiose o quelli che gestiscono disallineamenti strutturali di liquidità.
“Nonostante i notevoli progressi derivanti dalle iniziative di regolamentazione dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009, alcune shadow bank continuano a operare con trasparenza e supervisione limitate rispetto alle banche tradizionali – si legge nel rapporto – Questo spesso significa pratiche di gestione del rischio meno prudenti e grandi perdite in periodi di maggiore volatilità del mercato”.
L’espansione del sistema bancario ombra, secondo la ricostruzione della CONSOB, è dovuto in larga parte alla decisione, assunta da diverse banche negli anni precedenti alla crisi finanziaria, di “esternalizzare” e portare fuori dal perimetro di consolidamento alcune attività caratterizzate, oltre che da elevati margini di interesse, da un forte profilo di rischio da una rilevante trasformazione delle scadenze e della liquidità e da una elevata leva finanziaria (anche tramite l’utilizzo di strumenti derivati).
Per le banche tradizionali, spiega S&P, le shadow bank possono essere sia concorrenti, sia partner o clienti le cui difficoltà peseranno sulla crescita dei ricavi e aumenteranno i costi del credito. Le banche tradizionali hanno anche un’esposizione di bilancio diretta alle shadow bank, ma questa “appare limitata nella maggior parte delle giurisdizioni ed è spesso ben garantita”.
Più rilevanti, secondo l’agenzia di rating, sono i rischi indiretti posti dal fallimento di una grande shadow bank o da un’ampia riduzione dell’indebitamento del settore, dato il ruolo di primo piano delle banche ombra come destinatari dei fondi dei clienti e prestatori dell’economia reale in alcuni paesi.
Gli asset delle shadow bank sono saliti a 68 trilioni di dollari, dai circa 30 trilioni di dollari all’indomani della crisi finanziaria. Dal 2015, gli asset sono aumentati in media del 7,3% ogni anno, variando da paese a paese.
Gli Stati Uniti continuano a rappresentare il più grande sistema bancario ombra, con il 30% di tutte le attività delle shadow bank, seguiti dall’area euro (23%) e dalla Cina (17%). Rispetto al settore finanziario nazionale, le shadow bank svolgono un ruolo particolarmente significativo nelle Isole Cayman (57% di tutte le attività finanziarie), Irlanda (49%) e Lussemburgo (27%). Nelle principali economie mondiali, rappresentano il 10-20% di tutte le attività finanziarie