(Teleborsa) – Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo della norma che fissa nel 2035 lo stop alla vendita di auto diesel e benzina arrivano i commenti del governo italiano. In un post su Instagram il leader della Lega, Matteo Salvini, definisce il voto una “decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi”.
“Siamo convinti oggi più che mai che sia necessario una seria riflessione in Europa per rendere compatibili gli obiettivi green del 2035, che tutti noi condividiamo, con la effettiva possibilità del nostro sistema industriale di convertire la produzione nelle tappe prefissate. Ne abbiamo parlato anche oggi nel tavolo Stellantis, con l’azienda e i sindacati con l’obiettivo di una sostenibilità che garantisca l’occupazione”, ha commentato invece il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
“Il governo ha manifestato a più riprese le proprie perplessità sui tempi e i modi che ha stabilito l’Europa per il superamento dei motori a benzina e diesel. L’automotive italiana esprime da sempre talento ed eccellenza, rappresenta il 20% del Pil ed è un comparto strategico che dà lavoro a 250.000 persone”, ha dichiarato in una nota invece il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Ora – ha aggiunto Pichetto – dobbiamo procedere su due direttrici: da un lato promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli, dall’altro spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti, che rappresentano una filiera pulita che consentirebbe di mantenere l’attuale impostazione del sistema produttivo dell’automotive”.
“Gli obiettivi ambientali – ha concluso il ministro – non sono in discussione: benzina e diesel sono inquinanti per le nostre città e incidono negativamente sull’effetto serra. Crediamo però che questa ‘exit strategy‘ debba condurre a medio termine a un comparto riconvertito più forte, con salde prospettive di sviluppo che tutelino professionalità e posti di lavoro”.
“L’ormai atteso voto dell’Europarlamento ci mette di fronte alla necessità di accelerare una transizione che fin dall’inizio si è posta come complessa e non priva di rischi, sia a livello economico che sociale”, ha invece commentato il direttore generale di Anfia, Gianmarco Giorda. “Per raggiungere gli ambiziosi target – ha aggiunto – sarà quindi importante adottare un approccio sinergico che veda coinvolti tutti gli attori in gioco per mettere in campo un piano strutturato e concreto, sia a livello italiano che europeo, stanziando fondi straordinari per sostenere gli investimenti per la riconversione produttiva delle imprese e proseguendo con il piano di incentivazione e di sviluppo delle infrastrutture”.