(Teleborsa) – L’UE punta i piedi contro la norma che proroga ancora di un anno le concessioni balneari, fortemente sostenuta da Forza Italia e reintrodotta con un emendamento al decreto Milleproroghe nelle ultime ore. Una norma su cui Bruxelles non intende ancora patteggiare perché considerata anticoncorrenziale.
“Cogliamo l’occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori” nel settore dei servizi – afferma un portavoce della UE – “promuovano l’innovazione e la concorrenza leale” e “proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche”.
La precisazione arriva dopo il via libera della commissione Bilancio e Affari costituzionali del Senato alla proroga di un anno delle gare per le concessioni balneari, sino ad oggi regolate in base al principio dell’affidamento diretto e rimesse in discussione dalla direttiva Bolkestein. Una norma che ha fatto aprire anche una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese.
L’agognata composizione degli interessi fra le richieste legittime di Bruxelles e gli interessi altrettanto legittimi di una categoria produttiva si traduce in una formulazione tecnica che mostra tutte le contraddizioni all’interno dell’eterogenea maggioranza di centrodestra. E se da un lato si cerca di mettere l’accento sulla proroga del monitoraggio delle concessioni, dall’altro resta il fatto che nel decreto Milleproroghe viene votata la proroga di un anno alle concessioni balneari rispetto ai termini stabiliti dal ddl Concorrenza.
Fra e altre novità del Milleproroghe il via libera definitivo alla proroga dello smart working al 30 giugno per i lavoratori fragili e per i genitori con figli under 14. Sul fronte sanitario viene introdotta una norma che consente ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta, convenzionati con il SSN, di andare in pensione a 72 anni e non a 70 e la proroga della carta d’identità elettronica per un anno, con l’impegno a che la misura diventi strutturale.