(Teleborsa) – In serata incontro tra i vertici delle istituzioni europee. Alla riunione, programmata per le ore 19, parteciperanno la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, la presidente della BCE, Christine Lagarde, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, e il presidente della Banca Europea degli Investimenti, Werner Hoyer.
Il vertice si svolge a pochi giorni dal vertice europeo del 9 e 10 febbraio in cui la Commissione europea presenterà il suo nuovo “piano di politica industriale per il Green Deal“, anche in risposta all’Inflation Reduction Act Usa, che avrà due pilastri. Da una parte l’allargamento delle deroghe ai limiti sugli aiuti di Stato per i settori industriali coinvolti nella transizione energetica e digitale; dall’altro, per evitare che l’uso di questi aiuti di Stato porti a una frammentazione del mercato unico, verrà proposto un rafforzamento dei finanziamenti europei per progetti negli stessi settori.
Su quest’ultimo aspetto, per l’immediato, si pensa di ricorrere a strumenti già esistenti, rafforzati e resi più flessibili: i fondi dei PNRR (Next Generation Eu e Repower Eu), i fondi di coesione e i due strumenti Invest Eu, finanziato direttamente dalla BEI, e l’Innovation Fund. Più a lungo termine l’idea della Commissione è di procedere ad una modifica del Bilancio pluriennale dell’Unione, che creerebbe il nuovo Fondo sovrano europeo in cui un ruolo fondamentale spetterebbe sempre alla BEI.
Sul dossier però c’è da ricucire le divisioni tra i diversi stati membri. L’annuncio di un allentamento delle norme sugli aiuti di Stato è piaciuta solo a Francia e Germania mentre ha trovato l’opposizione di tutti gli altri partner europea che temono una frammentazione del mercato interno. I due paesi infatti potrebbero spendere molto più di tutti gli altri per sostenere le loro imprese green tech, ripetendo quanto già avvenuto con l’allentamento delle regole sugli aiuti di stato per la guerra in Russia. Berlino e Parigi hanno infatti notificato quasi l’80% delle misure approvate da Bruxelles.
Anche l’ipotesi di un fondo sovrano europeo finanziato con debito comune non trova d’accordo tutti i Paesi membri, anzi. Questa proposta ha trovato contrari la maggioranza dei Paesi