(Teleborsa) – “Il Consiglio direttivo manterrà la rotta, aumentando significativamente i tassi di interesse a un ritmo costante e mantenendoli a livelli sufficientemente restrittivo da garantire un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo”, anche perché “mantenere i tassi di interesse a livelli restrittivi ridurrà nel tempo l’inflazione frenando la domanda e proteggerà anche dal rischio di un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione”. È il chiaro messaggio mandato da Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), dopo che Francoforte ha mantenuto il passo sui tassi di interesse, aumentandoli per la sesta volta consecutiva e portandoli al livello più alto dal 2008.
Secondo Lagarde, i rischi per le prospettive di crescita economica sono diventati più equilibrati e anche quelli sulle prospettive inflazionistiche sono diventati più equilibrati, “soprattutto nel breve periodo”. Ha sottolineato che lo shock energetico potrebbe svanire più rapidamente del previsto e le società dell’area euro potrebbero adattarsi più rapidamente al difficile contesto internazionale. Inoltre, il recente calo dei prezzi dell’energia, se persiste, potrebbe rallentare l’inflazione più rapidamente del previsto e questa pressione al ribasso della componente energetica potrebbe poi tradursi anche in una dinamica più debole dell’inflazione di fondo. Nonostante ciò, l’attività economica ha subito un marcato rallentamento dalla metà del 2022 e “ci aspettiamo che rimanga debole nel breve termine“.
Lagarde ha sottolineato la “continuità e coerenza” delle decisioni prese oggi, spiegando che “c’è stato accordo generale e un ampio consenso all’interno del Consiglio per le decisioni prese”. Dire che la BCE intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, non significa che Francoforte avrà terminato la lotta all’inflazione a quel punto. “Sappiamo che abbiamo della strada da compiere e che non abbiamo finito – ha detto – Dovremo considerare a che livello e a che ritmo dovremo continuare ad alzare i tassi per portarli a un livello restrittivo, e lasciarli lì fino a che non avremo raggiunto il nostro obiettivo”.
Riesponendo alle domande dei giornalisti, ha detto che “il tool principale della politica monetaria sono i tassi e la riduzione delle consistenze dei titoli detenuti dall’Eurosistema è solo parte degli strumenti accessori in nostro possesso”.
Incalzata sulle possibili spaccature all’interno del board, ha detto che “ogni decisione è un compromesso e la bellezza del consiglio è che tutti i governatori sono appassionati alle decisioni”. “Inevitabilmente ci sono dei compromessi, ma questo non indebolisce il fatto che dobbiamo mantenere la rotta perché il nostro lavoro non è finito”.
Come emerge dalla diminuzione delle richieste di mutuo e dalla stretta delle condizioni creditizie, “stiamo vedendo chiaramente la trasmissione della politica monetaria“, ha detto Lagarde, pur ammettendo che “una grande porzione dell’aumento dell’inflazione è stato provocato dallo shock energetico e quindi dobbiamo essere attenti alle componenti energetiche e al ritmo della trasmissione su altre componenti”.
In generale, “non direi che il processo di disinflazione è iniziato“, ha risposto a chi le chiedeva un paragone con le dichiarazioni di Jerome Powell e le indicazioni della Fed. “Quando guardo all’inflazione core, è ancora ai massimi di sempre nell’eurozona. L’inflazione principale è diminuita più del previsto, ma l’inflazione di fondo è ancora lì”.