(Teleborsa) – Con 6.827 km2 Torino è la città metropolitana più estesa, Napoli con 1.179 km2 è invece la meno estesa ma si piazza in vetta alla classifica per densità abitativa (2.535 abitanti per km2), in coda Messina con 185 per Km2. Genova è la città che si presenta più vulnerabile rispetto alle altre, incidendo il rischio frane nel 25% della superficie. Questi alcuni dati che emergono dal focus dell’Istat sulle Città metropolitane. Si tratta di “enti territoriali di area vasta” che hanno sostituito le province in 10 aree urbane di regioni a statuto ordinario, che dispongono di propri organi di governo e di territori coincidenti con quelli delle ex province: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si aggiungono quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina e Cagliari.
Tra gli aspetti affrontati nell’analisi dell’Istat la dinamica della popolazione, l’invecchiamento, la mortalità, le scelte insediative, il mercato del lavoro, il livello di istruzione, il pendolarismo e le caratteristiche del tessuto produttivo, secondo uno studio comparato dei rispettivi territori urbani costituiti dal comune capoluogo (polo urbano) e dalle cinture urbane di primo e secondo livello che consentono di osservare le dinamiche di evoluzione delle città. È stato condotto anche un approfondimento sulla geografia e sulle caratteristiche dei territori che mette in luce alcune fragilità principalmente collegate alla pressione antropica e ai rischi naturali.
Nel ventennio l’Istat registra una crescita di popolazione in sette comuni su 10 ad alta e media densità di urbanizzazione. Tra le Città metropolitane spicca Roma (+14%), così come tra i capoluoghi (+ 8%). Di contro, nello stesso periodo, si rileva un calo della popolazione
in oltre sei comuni rurali su 10, secondo la classificazione europea Degurba (Degree of urbanisation). Tra le Città metropolitane prevale Messina (-8,8%) così come tra i capoluoghi (-12,2%).
Gli anziani abitano in prevalenza nei comuni capoluogo, in cui ogni 100 giovani vi sono quasi 176 persone con più di 65 anni di età. Tra le città metropolitane, Genova con 269 anziani ogni 100 giovani detiene il primato di “città più vecchia”, mentre a Napoli si rileva il dato più contenuto, pari a 130.
Nell’ultimo ventennio sono quasi quadruplicati gli stranieri residenti nelle città metropolitane. La presenza maggiore è nei comuni capoluoghi: 11,5 ogni 100 residenti.
Nel 2020, primo anno di pandemia da Covid-19, anche le città metropolitane del Nord sperimentano alti livelli di mortalità. Dopo il territorio metropolitano di Napoli (1.080 decessi ogni 100mila abitanti) si collocano le città metropolitane di Genova (1.009 decessi ogni 100mila abitanti) e Torino (1.002 decessi ogni 100mila abitanti). Nel 2021, secondo anno di pandemia, i dati confermano la maggiore mortalità della città metropolitana di Napoli (1.097 decessi ogni 100mila abitanti) seguita dalle tre città metropolitane siciliane Messina, Catania, Palermo.
Sul fronte dell’istruzione, alti livelli si registrano nei comuni capoluogo: 31 persone con titoli terziari ogni 100 residenti. Il comune di Bologna detiene il primato, con 42 laureati ogni 100 residenti.
La più bassa partecipazione attiva al mercato del lavoro (tasso di attività della popolazione di 15 anni e oltre) caratterizza la città metropolitana di Palermo (46%), tra i comuni capoluogo Napoli (47%) e tra le prime e seconde cinture urbane quelle di Reggio Calabria (45%). Bologna è la città metropolitana con la maggiore propensione femminile al lavoro, 51 donne ogni 100. La minore partecipazione attiva è nella città metropolitana di Napoli, 35 donne su 100. I livelli occupazionali (tasso di occupazione 25-64 anni) sono più critici a Palermo, sia nella città metropolitana nel suo complesso (49%) sia nel comune capoluogo e nelle sue cinture urbane. Il tasso di occupazione femminile (popolazione di 25-64 anni) si conferma la criticità della città metropolitana di Palermo (36%) e nella sua prima cintura (30%). Fra i capoluoghi, a Napoli il dato più basso, 38%.
Circa gli spostamenti giornalieri per motivi di studio o di lavoro, le città metropolitane di Palermo, Messina e Reggio Calabria sono collocate negli ultimi posti della graduatoria: in queste aree si spostano giornalmente, per studio o lavoro, circa 42 persone ogni 100 abitanti.
Milano è la città metropolitana con la più elevata densità imprenditoriale: 106 unità locali ogni mille abitanti per un totale di 346.509 unità. Nella classifica seguono Firenze e Bologna che si distanziano rispettivamente di circa sette e 13 punti. Nel territorio metropolitano di Firenze la maggiore vocazione industriale-manifatturiero: 12 unità locali ogni mille abitanti del settore Industria in senso stretto.
Fra i capoluoghi, Milano ha il più valore alto di reddito per abitante, 23.202 euro e Catania il valore più basso, 9.844. I capoluoghi hanno valori più elevati rispetto al resto del proprio territorio metropolitano, unica eccezione la prima cintura di Catania con un reddito medio pro capite di 10.011.
La produttività nominale del lavoro (valore aggiunto per addetto) è maggiore nei capoluoghi. Nel 2020 il massimo valore a Milano, 71,2 migliaia di euro per addetto e quello minimo a Messina, 29,2 migliaia di euro per addetto. Rispetto al 2019 si rileva una eccezionale caduta del valore aggiunto per addetto: -10,4% nei territori metropolitani; primato nella città metropolitana di Firenze, – 24,3%.