(Teleborsa) – “Il 2023 non sarà così fosco, anzi”. Lo ha assicurato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi nel suo intervento al convegno di Confindustria che si svolge a Venezia. “I primi mesi dell’ anno – ha aggiunto – saranno complicati ma siamo in grado di affrontarli, dal mese di settembre ci aspettiamo una discesa dell’inflazione, ci aspettiamo una ripresa robusta del commercio, sfioreremo i 600 miliardi di export. I nostri competitor Germania e Francia segnano il passo mentre noi conquistiamo quote di mercato. Tutto questo a patto che i prezzi energetici rimangano quelli che sono e che il Governo non sbagli interventi di politica industriale: due condizioni fondamentali perché industria regga il Paese”.
Proprio in merito ai rapporti con il Governo, Bonomi ha aperto ad una collaborazione. “Se il presidente del Consiglio Giorgia Meloni vorrà costruire con Confindustria questo strumento nell’interesse e nell’autonomia dell’industria europea, di fronte a queste sfide Confindustria è pronta”, ha sottolineato. “Sul Mes dobbiamo fare chiarezza – ha proseguito Bonomi – perché l’Italia il trattato sul Mes lo ha già firmato, il nostro Paese è impegnato per 125 miliardi di cui 14,3 miliardi li ha già versati. Noi stiamo discutendo sulla ratifica e le modifiche al regolamento del Mes. Un fondo che è già stato utilizzato”.
“Abbiamo di fronte una grande sfida. Se noi riteniamo che il nuovo regolamento non sia nell’interesse nazionale del Paese, che non sia un fondo strutturato per affrontare le nuove sfide, allora credo che sia il momento di discutere seriamente in tutta Europa di come utilizzare uno strumento già pronto per farne uno strumento di politica industriale europea. Questa dovrebbe essere la discussione sul Mes”, ha affermato il presidente di Confindustria.
“Dopo la guerra in Ucraina e gli choc energetici, i problemi sulle materie prime sono temi di sicurezza di autonomia europea. Non è pensabile oggi affrontare queste tematiche sulla sfida della competitività che ci hanno posto Usa e Cina come Italia o come sistema regionale, ma serve una dimensione europea”, ha sottolineato Bonomi. “Non vorrei che ci distraessimo dalla vera sfida che abbiamo di fronte in una discussione di visione nazionale.
“La vera sfida è sulla competitività del sistema industriale – ha proseguito –, sull’industria 5.0 con Stati Uniti e Cina che si vogliono rendere indipendenti su tutte le tematiche. Per questo abbiamo necessità che in Europa si affronti seriamente l’idea di fondi aggiuntivi per renderci competitivi e autonomi”.