(Teleborsa) – La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha respinto il ricorso della Consob e confermato che , maggiore azionista di , non ha il controllo di fatto sul gruppo di telecomunicazioni italiano. L’Autorità di vigilanza sulla Borsa aveva fatto ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato che aveva annullato, su ricorso di TIM e Vivendi, la deliberazione della stessa Consob che qualificava il rapporto partecipativo di Vivendi in Telecom Italia in termini di controllo di fatto. Il Consiglio di Stato a sua volta aveva annullato la decisione del TAR che dava ragione alla Consob.
La vicenda ha origine nel giugno del 2015, quando la società francese quotata alla Borsa di Parigi è entrata nel capitale di Telecom con una partecipazione iniziale pari al 6,66%, che poi si era progressivamente incrementata fino a raggiungere, nel 2016, il 24,68%, e fino a portare nel 4 maggio 2017 al rinnovato consiglio di amministrazione di TIM con nomina della maggioranza dei consiglieri tratti dalla lista presentata da Vivendi.
La decisione della Cassazione potrebbe avere risvolti nel prossimo futuro, con Vivendi che – se avesse la maggioranza nel CdA di TIM – non avrebbe il controllo e quindi non dovrebbe consolidare il debito. Tra l’altro, il consiglio ha visto di recente l’uscita di Arnaud de Puyfontaine, CEO di Vivendi. Inoltre, la notizia potrebbe avere ripercussioni sul tavolo voluto dal governo per arrivare a una soluzione sul progetto di rete pubblica.