(Teleborsa) – C’è Bolzano in testa alle città che nel 2022 hanno registrato i maggiori rincari dove l’inflazione media pari a +9,7% comporta per una famiglia una spesa aggiuntiva, rispetto al 2021, pari a 2578 euro: l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica di tutte le città e delle regioni più care d’Italia del 2022, in termini di aumento del costo della vita. Uno studio basato sull’inflazione media dello scorso anno, non su quella tendenziale, che consente di dare, quindi, la spesa che una famiglia nel 2022 ha pagato effettivamente in più rispetto al 2021.
Al secondo posto Trento, dove il rialzo dei prezzi del 9,3%, ha determinato un incremento di spesa annuo pari a 2434 euro per una famiglia media. Medaglia di bronzo per Bologna, dove il +9% ha generato nel 2022 una spesa supplementare pari in media a 2245 euro a famiglia. Al quarto posto Forlì e Cesana (+9,2%, +2223 euro), poi Milano (+8,1%, +2199 euro), Piacenza (+9,1%, 2199 euro), in settima posizione Ravenna (+9%, +2175 euro). Seguono Brescia (+8,2%, +2162 euro) e Varese (+8,1%, +2136 euro). Chiude la top ten Verona (+9%, +2095 euro).
Catania è la città con l’inflazione media più alta d’Italia, +10,3% e al primo posto tra le città del Mezzogiorno in termini di spesa, +2045 euro rispetto al 2021 (12° posto in Italia). Per il solo Sud, ossia senza le Isole, vince Pescara con un costo addizionale di 1789 euro in più rispetto al 2021 (+8,8%). Perugia è la prima del Centro Italia quanto a spesa aggiuntiva, +2045 euro (+8,9%). La città più virtuosa è Campobasso, con un’inflazione del 7,5% e una spesa per una famiglia tipo che sale “solo” di 1373 euro. Al 2° posto Catanzaro (+7,4%, +1382 euro). Sul gradino più basso del podio Potenza (+7,1%, +1402 euro).
Seguono, nella classifica delle risparmiose, Ancona (+7,2%, +1431 euro), Reggio Calabria (+7,7%, +1438 euro), al 6° posto Brindisi (+8,8%, +1458 euro), poi Macerata (+7,8%, +1474 euro), Bari (+8,5%, +1475 euro), Vercelli (+7%, +1486 euro). Chiude la top ten delle città migliori, Caserta (+7,7%, +1498 euro).
In testa alla classifica delle regioni più “costose” del 2022, con un’inflazione media pari al 9,4%, il Trentino che registra un aggravio medio rispetto al 2021 pari a 2443 euro a famiglia, importo che decolla a 2541 euro per la Provincia autonoma di Bolzano (+9,7%) e scende a 2398 euro per la Provincia autonoma di Trento (+9,3%). Medaglia d’argento per la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,8% implica un’impennata del costo della vita pari a 2027 euro a famiglia. Al 3° posto l’Emilia Romagna, +8,4%, con un rincaro di 1998 euro. La regione più conveniente è il Molise, +7,5%, pari a 1373 euro. Al 2° posto la Basilicata (+7,1%, +1375 euro). In terza posizione la Puglia (+8,7%, +1408 euro).
Confrontando i dati a livello regionale, Torino è la città con la stangata più alta per il Piemonte (+7,5% l’inflazione, +1725 euro), Imperia per la Liguria (+9,9%, la terza inflazione più alta d’Italia, +1983 euro), Verona per il Veneto (+9%, +2095 euro), Trieste per il Friuli Venezia Giulia (+8,6%, +1996 euro), Firenze per la Toscana (+8,5%, +1982 euro), Ascoli Piceno per le Marche (+8,3%, +1568 euro), Avellino per la Campania (+8,5%, +1653 euro), Bari per la Puglia (+8,5%, +1475 euro), Cosenza per la Calabria (+8,9%, +1662 euro), Sassari per la Sardegna (+8,9%, +1602 euro).