(Teleborsa) – ipotizza deflussi netti per i PIR ordinari pari 550 milioni di euro nel 2022, con AUM a circa 16,6 miliardi di euro. Secondo i dati di Assogestioni, gli AUM totali promossi dai 64 fondi PIR sono pari a 16,5 miliardi di euro alla fine del terzo trimestre del 2022, e 1,45 miliardi di euro per i 13 fondi PIR alternativi.
“Riteniamo che l’attuale incertezza macro continuerà a pesare sugli afflussi netti per i prossimi mesi, prima di una ripresa che ci attendiamo nel corso del 2023, sostiene Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi di Equita, investment bank indipendente e quotata su Euronext STAR Milan.
Nel periodo 2023-25 stima +1,5 miliardi di euro di raccolta netta per i PIR ordinari (di cui circa +500 milioni di euro nel 2023), mentre per i PIR alternativi si aspetta che possano raggiungere 10-15 miliardi di euro di AUM in 5 anni (rispetto agli attuali 2,45 miliardi di euro).
“Nonostante l’incertezza di breve termine, continuiamo a ritenere che i Piani di Risparmio Individuali, sia tradizionali che alternativi, siano ottimi strumenti per investire in un’ottica di medio-lungo periodo in modo efficiente sulle imprese italiane, in particolare le PMI, con importanti vantaggi fiscali e diversificando le periodo di ingresso nel tempo”, afferma De Bellis.
Viene ricordato che la Legge di Bilancio 2023 ha esteso gli incentivi per le IPO delle PMI con un credito di imposta (del 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’IPO utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo alla quotazione) con un tetto a 500 mila euro (da 200 mila euro del 2022) e un plafond di 10 milioni nel 2023 e 10 milioni nel 2024 (dai 5 milioni del 2022 e 30 milioni del 2019-21).
Equita giudica positivamente la proroga degli incentivi per le IPO, che hanno rappresentato un sostegno fondamentale negli ultimi anni per la raccolta di capitali e quotazioni di PMI italiane su Euronext Growth Milan. Tuttavia, “sarebbe necessario rendere questa misura strutturale, in modo da garantire più visibilità alle aziende che intendono intraprendere un percorso di quotazione”, viene sottolineato.
Inoltre, gli analisti credono che i Fondi Alternativi PIR siano “uno strumento fantastico per fornire sostegno patrimoniale a vere PMI sia private che pubbliche” e che “un rinnovo, per il 2023, del meccanismo del credito d’imposta a copertura di potenziali perdite (o una diversa tipologia di credito) sosterrebbe il successo dell’Alternativa PIR”, anche tenendo conto che: gli investitori retail apprezzeranno, più che in passato, uno speciale incentivo dopo il negativissimo 2022; le complessità operative per il collocamento di questi fondi sono state ormai risolte dalla rete bancaria e quindi la loro azione potrebbe essere molto più efficace rispetto agli anni precedenti.