(Teleborsa) – L’Italia sarà il Paese dell’Eurozona più a rischio quando nei prossimi mesi la Banca Centrale Europea deciderà di aumentare nuovamente i tassi di interesse e ridurrà l’acquisto di obbligazioni. È quanto è emerso da un sondaggio condotto dal Financial Times che ha intervistato 10 economisti sui possibili effetti di una nuova crisi del debito innescata dalle politiche monetarie della BCE. Secondo nove di loro l’Italia è infatti il più esposto a “un sell-off non correlato nei suoi mercati dei titoli di Stato”.
Il quotidiano britannico ha evidenziato che, nonostante le sue stime di un calo del deficit italiano dal 5,6% del 2022 al 4,5% del 2023 fino al 3% del 2024, il debito pubblico del Paese resti uno dei più alti d’Europa e che gli oneri finanziari siano aumentati “drasticamente” dalla scorsa estate, momento in cui la BCE ha deciso di aumentare i tassi di interesse. Il Financial Times ha infine ricordato come il rendimento dei titoli a 10 anni sia salito sopra il 4,6% la scorsa settimana, quasi quadruplicando il livello di un anno fa e 2,1 punti percentuali sopra il rendimento equivalente dei titoli tedeschi.
Sebbene la Banca Centrale Europea sia stata più lenta di molte banche centrali occidentali ad avviare una politica di rialzo dei tassi, il ritmo intrapreso a partire dalla scorsa estate non trova eguali nella storia dell’Istituto di Francoforte senza precedenti e il tasso sui depositi è passato da -0,5% a +??2% in soli sei mesi. Secondo alcuni analisti questa corsa dovrebbe terminare ad un tasso di poco inferiore al 3%. Una nuova stretta è attesa a partire da marzo quando la BCE dovrebbe procedere a un nuovo taglio del suo portafoglio decidendo di sostituire solo parzialmente i titoli in scadenza.
Non sono sfuggite al quotidiano britannico quindi le dichiarazioni contro la nuova politica della BCE di alcuni dei principali attori del governo italiano. A partire dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha espresso il suo sgomento in una conferenza stampa la scorsa settimana: “sarebbe utile se la BCE gestisse bene la sua comunicazione… altrimenti rischia di generare non panico ma fluttuazioni sul mercato che vanificano gli sforzi che i governi stanno facendo”. Posizioni analoghe sono state espresse anche dai ministri Crosetto e Salvini: il primo su Twitter ha scritto che le politiche della Banca Centrale Europee “non avevano senso”, il secondo ha affermato che tassi più alti “bruceranno miliardi di risparmi italiani”.
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