(Teleborsa) – Il -19% registrato il 23 dicembre, con il titolo passato da 4,37 a 3,54 euro per azione, è stato una doccia fredda per tanti investitori e per il management di , gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nel campo dei sistemi di navigazione e stabilizzazione inerziali utilizzati nei settori aerospazio, navale e industriale. A innescare le forti vendite, favorite da una seduta pre-natalizia con gli scambi al lumicino, è stato un profit warning, con la revisione al ribasso dei Ricavi Totali e dell’EBITDA Adjusted Margin per il prossimo anno. A favorire il calo è stata anche l’illiquidità del titolo, che dallo sbarco a Piazza Affari a metà febbraio 2022 non ha mai visto scambi significativi. Per i vertici dell’azienda si tratta però solo di un passo falso nel percorso borsistico della PMI marchigiana, che non intacca in alcun modo l’outlook a lungo termine e i piani di crescita.
“Abbiamo ritenuto opportuno aggiornare la guidance alla luce delle evoluzioni economiche che stiamo tutti noi vivendo, come inflazione e shortage di materie prime, di cui abbiamo risentito soprattutto nell’ultimo trimestre – spiega a Teleborsa la CFO Letizia Galletti – Lo shortage è stato in particolar modo su un singolo componente nell’ambito dei semiconduttori, che per una commessa specifica ci ha portato a rallentare le tempistiche”. In ogni caso, sottolinea la manager, “si parla di slittamento temporale e non c’è alcuna cancellazione di ordini, e quindi lo scenario medio-lungo termine non è variato”.
La guidance è stata aggiornata prevedendo un target dei Ricavi Totali ricompresi nel range di 42-46 milioni di euro (+31%/44% rispetto ai Ricavi Totali attesi nel 2022) al 31 dicembre 2023 e l’EBITDA Adjusted Margin di circa 29%. Questi dati si confrontano con le previsioni contenute nel prospetto informativo relativo all’ammissione alle negoziazioni (Ricavi 2023 a 61,6-68,4 milioni di euro, con un EBITDA Adjusted Margin intorno al 31%, e un “worst case scenario” con Ricavi 2023 a 45,4-50,4 milioni di euro).
“Il periodo che stiamo vivendo è uno scenario completamente diverso rispetto a quello in cui è stata formulata la guidance dell’IPO, che è stata diffusa a inizio febbraio 2022 e perfezionata quindi nei mesi precedenti”, evidenzia Galletti.
Nonostante un certo shock per la reazione del mercato, lo stesso ottimismo è manifestato anche dal CEO Andrea Pizzarulli: “C’è un fenomeno di poca liquidità che ha accentuato il calo del titolo, ma è difficile non manifestare una nostra tranquillità per quello che è l’outlook del business e le opportunità. Ciò ci fa stare molto tranquilli”.
Dalla quotazione a fine novembre il titolo ha avuto una media di 33 contratti giornalieri e un controvalore medio di 75 mila euro al giorno. Il controvalore totale ha raggiunto quota 15 milioni di euro, anche se quasi 10 milioni sono concentrati dallo sbarco in Borsa (17 febbraio 2022) a fine aprile. Al suo massimo il titolo stava guadagnando il 19,5% rispetto al prezzo di collocamento di 4 euro, con i prezzi sopra 4,70 euro per azione a metà aprile e metà novembre, e fasi di debolezza intermedie che comunque non lo avevano fatto mai scendere sotto quota 3,80 euro per azione.
Pizzarulli evidenzia anche che, nell’ambito defence, per un’azienda di piccole dimensioni come Civitanavi Systems il mercato potenziale non è cambiato, mentre c’è maggiore difficoltà nel trasformare il backlog in fatturato per fattori non dipendenti dalla società stessa. “Gli slittamenti sono a catena, perchè il nostro prodotto non è da scaffale, ma richiede una adoption e una qualifica – spiega il CEO – E poiché questi slittamenti sono stati sempre più marcati, abbiamo preferito aggiornare in maniera conservativa le nostre previsioni modificando le stime basate su uno scenario ipotizzato un anno fa”.
Guardando al 2023, la CFO evidenzia che “il booking rappresenta il periodo che l’azienda sta vivendo ed è il principale parametro di riferimento della nostra crescita. Abbiamo comunicato un’attesa di Ricavi Totali per il 2022 di 32 milioni di euro e, considerando i 41 milioni di booking, il nostro book-to-bill è ampiamente superiore all’1, il che dimostra la prospettiva di crescita”.
Inoltre, il 2023 potrebbe anche essere l’anno in cui la società attua una crescita per linee esterne, anche grazie ai 22 milioni di euro raccolti lo scorso febbraio a seguito dell’aumento di capitale, al netto delle commissioni riconosciute ai Joint Global Coordinators e allo Sponsor. “Abbiamo obiettivi di M&A, come anticipato in sede di quotazione, che stiamo continuano a perseguire e che rappresentano un altro focus per il 2023″, conclude la CFO.