(Teleborsa) – S&P Global Ratings vede un “rischio significativo” che il conflitto militare tra Russia e Ucraina si protragga, esacerbando la crisi energetica dell’Europa, mentre i tassi d’interesse nei mercati sviluppati potrebbero essere costretti a “salire ancora più bruscamente” rispetto allo scenario di base per mitigare le crescenti pressioni inflazionistiche. Ciò – spiega S&P – potrebbe portare a una “recessione più profonda del previsto in Europa e, in misura minore, negli Stati Uniti, con un concomitante aumento della disoccupazione dai livelli storicamente bassi”.
Lo scenario negativo disegnato da S&P Global Ratings, in un suo report, considera tre variabili, crescita, inflazione e disoccupazione, per il 2023-2025. Secondo le stime di S&P, questo scenario ha circa una probabilità su tre di realizzarsi.
L’economia globale si trova ad affrontare un doppio rischio di ribasso, da una parte “le pressioni inflazionistiche persistenti, che richiedono una risposta di politica monetaria più forte e più lunga da parte delle banche centrali” dall’altro “il trascinarsi della guerra Russia-Ucraina, che esacerba la crisi energetica in corso e l’aumento dell’avversione al rischio”.
La BCE – sottolinea S&P – sarebbe costretta a seguire la Federal Reserve a causa del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro americano, alimentando l’inflazione importata. Questo porterà alla recessione dell’Eurozona, con una contrazione del PIL più profonda dello 0,9% nel 2023, per poi risalire a +0,8% nel 2024 ed a +1,4% nel 2025. L’inflazione sarebbe più alta di 1-2 punti percentuali più alta rispetto allo scenario di base nel 2023, attestandosi al 7,4% nel 2023, per poi scendere al 3,6% nel 2024 ed al 2,4% nel 2025.
La Germania subirà l’impatto maggiore con una contrazione dell’1,7% nel 2023, una relativa stagnazione nel 2024 (+0,1%) ed una crescita nel 2025 (+1%).
Anche l’Italia sconterebbe uno scenario peggiorativo rispetto alle previsioni iniziali, a causa dell’inflazione e dei rischi geopolitici, con un PIL indicato in calo dell’1,1% nel 2023 (rispetto al +0,1% delle previsioni di base) ed in recupero dello 0,8% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025.