in

Italia otterrà 4 miliardi nel 2023 da contributo extraprofitti e tetto prezzo energia

(Teleborsa) – Le due forme di prelievo temporaneo sulle imprese operanti nel settore energetico, che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas, hanno un gettito atteso per il 2023 di quasi 4 miliardi di euro, pari allo 0,2% del PIL. Lo hanno comunicato i funzionari di Banca d’Italia durante l’audizione riguardante la manovra economica del governo.

“Con tali misure il sostegno delle famiglie e delle imprese viene finanziato, in parte, attraverso entrate supplementari che gravano, almeno in prima battuta, su chi ha beneficiato dello straordinario aumento del prezzo dell’energia“, ha spiegato Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica di Bankitalia, parlando alle Commissioni riunite V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e 5a del Senato della Repubblica (Programmazione economica e bilancio).

Circa 2,6 miliardi nel 2023 arriveranno da un contributo di solidarietà a carico dei produttori e rivenditori di energia che si applica all’aumento nel 2022 del reddito determinato ai fini dell’IRES (a differenza dall’analoga misura introdotta dal decreto legge 21 del 2022 per l’anno in corso, che faceva riferimento al saldo tra operazioni attive e passive ai fini IVA).

Inoltre, maggiori entrate per 1,4 miliardi arriveranno, nella prima metà del 2023, dal tetto al prezzo dell’energia prodotta dagli impianti alimentati a carbone, olio combustibile e fonti rinnovabili diverse da quelle che sono già soggette al meccanismo di compensazione “a due vie” disposto dal decreto legge del 2022.

“Il valore del tetto è fissato a 180 euro al megawattora (come previsto di norma dal Regolamento europeo) o a un valore più alto, a seconda delle tecnologie di produzione, al fine di garantire un’adeguata copertura dei costi marginali e un’equa remunerazione degli investimenti”, ha ricordato Balassone.

Il funzionario di Bankitalia ha anche detto che, “secondo le stime di novembre della Commissione europea nel 2022, al netto dei prelievi straordinari sulle imprese del settore energetico, le misure espansive in materia di energia rappresentano l’1,3% del PIL nell’area dell’euro (2,6 in Italia)” e che “il prossimo anno potrebbero arrivare a quasi il 2%, qualora gli interventi già annunciati dai paesi membri per i primi mesi del 2023 fossero prorogati fino alla fine dell’anno”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Mercati deboli. Milano schiva le vendite con pochi spunti

Rete elettrica di Roma, Terna autorizza nuovo intervento: investimento di oltre 2 milioni di euro