(Teleborsa) – Il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli ammette di avere “l’animo preoccupato per molteplici ragioni”, per la produzione industriale “comincia a battere il passo”, per il PIL che viene sorretto solo da turismo e servizi, per la Legge di Bilancio che ha tempi strettissimi e si rischia l’esercizio provvisorio e per il rialzo dei tassi delle BCE, che pur aumentando i ricavi delle banche nel breve “non è una festa per gli istituti di credito”.
“Il 2023 oggi è da vedersi in salita. La guerra non è conclusa e di conseguenza tanti problemi sono irrisolti”, ammette Patuelli, in chiusura di un seminario sui pagamenti digitali a Firenze.
“Le politiche determinanti – sottolinea il Presidente dell’ABI – sono quelle dei fattori produttivi e oggi le politiche energetiche sono politiche di fattori. Vediamo bene la possibilità che ci siano provvedimenti anticiclici che sono necessari. Ma grande preoccupazione, non vi nascondo, è quella dell’esercizio provvisorio”.
Le banche – ammette – “non vedono in tempo reale le conseguenze delle criticità dei settori economici” e, benché si siano “rafforzate patrimonialmente” e stiano beneficiando dell’aumento dei tassi, questo in seguito “avrà effetti nefasti” in quanto si tradurrà in un appesantimento dei costi per la clientela e in un aumento del costo della raccolta delle banche. “Abbiamo più utili ma non sono ricchezza a prescindere perché dovremo effettuare maggiori accantonamenti”, precisa il Presidente dell’Associazione bancaria.
Patuelli teme che si verifichi un nuovo “credit crunch”, ma ritiene che le banche italiane “combatteranno” per evitarlo, e sollecita una nuova moratoria per le imprese a livello europeo, per evitare l’aumento dei casi di default.
Una richiesta formulata anche da Dg dell’ABI Giovanni Sabatini che spiega “la ricetta è più complessa rispetto alla crisi Covid, non serve solo liquidità ma sostenibilità del debito per le aziende” e quindi sarà necessario “allungare le scadenze”, perché altrimenti “gli stati ne soffriranno, perché vedranno escutere le garanzie sui prestiti con effetti sui conti pubblici”.
In tema di politica monetaria, Patuelli si dice d’accordo con Visco e spera che “non segua con automatismo quella americana, che non abbia dei meccanismi preconcetti, ma che valuti le condizioni che possono essere mano mano affioranti”. Un approccio che definisce “oggettivamente più saggio, più equilibrato”.