(Teleborsa) – Con la Banca centrale europee che nel meeting di ottobre ha deciso di alzare di 75 punti base i tassi di interesse, aumentando quindi sensibilmente il costo del denaro per la terza volta consecutiva e compiendo progressi considerevoli nell’abbandono dell’orientamento accomodante della politica monetaria, si è assistito a un fiorire di offerte commerciali dedicate ai conti deposito da parte delle banche italiane. Alcuni istituti si sono velocemente adeguati al nuovo scenario e hanno così nuovamente iniziato a pubblicizzare le loro offerte sui conti deposito, con tassi interessanti. In un momento in cui un’inflazione galoppante erode i risparmi, molti possono trovare conveniente impiegare della liquidità in questi strumenti, anche se nessuno di essi si avvicina minimamente a coprire quanto si perde con gli attuali tassi di inflazione.
Il conto deposito può avere diverse caratteristiche. Quello vincolato prevede che la liquidità depositata nel conto sia “congelata” per un certo periodo di tempo. A fronte del vincolo concordato con il cliente, la banca garantisce una remunerazione al tasso di interesse previsto nel contratto. Il conto deposito libero, invece, non prevede l’obbligo di tenere ferme le somme in giacenza, perciò il risparmiatore può ritirare le somme depositate in qualsiasi momento senza incorrere in penali. Modelli ibridi permettono lo svincolo delle somme depositate a fronte di una diminuzione della remunerazione.
Il tasso d’interesse del conto deposito rappresenta il rendimento garantito sul capitale investito dal cliente, ossia sulla somma depositata e vincolata. Solitamente gli interessi sulle somme depositate sono comunicati sotto forma di tasso di interesse lordo, il cui rendimento effettivo si riduce per via della tassazione, attualmente fissata al 26%. Sul conto deposito è applicata anche una imposta di bollo sul conto pari allo 0,2% del denaro presente sul conto alla fine del periodo cui si riferisce il rendiconto.
Il rendimento non è però l’unico aspetto a cui i clienti guardano. “L’obiettivo principale di un’offerta vincente deve essere la capacità di poter garantire un servizio completo – spiega a Teleborsa Javier Lipuzcoa, Head of Digital Banking Italy di – Oltre alla performance specifica, riteniamo che la flessibilità delle condizioni di cancellazione e il livello di vincolo richiesto siano punti di decisione fondamentali“. BBVA ha da pochi giorni (in occasione dell’anniversario del suo sbarco in Italia) lanciato il suo primo Deposito Flessibile al 2% per 12 mesi. Il deposito è disponibile per un importo minimo di 500 euro e fino a un massimo di 50.000 euro e verrà liquidato alla fine del contratto. In caso di svincolo anticipato delle somme prima della fine dei dodici mesi, non sono previsti costi di cancellazione: i clienti saranno remunerati con l’1% applicabile al periodo temporale in cui il deposito è stato attivo.
Inoltre, le banche che presentano ai potenziali clienti un conto deposito hanno la necessità di essere trasparenti, vista l’alta concorrenza. “Quello dei conti deposito è un mercato molto competitivo. I prodotti vengono pubblicizzati in modo trasparente, la confrontabilità delle condizioni economiche avviene con semplicità e il mercato si polarizza sulle offerte migliori – dice a Teleborsa Iacopo Di Francisco, amministratore delegato di Banca CF+ – I clienti sono attratti soprattutto dalla remunerazione, infatti, le banche che riescono a massimizzare la raccolta sono quelle che offrono i tassi più interessanti. Tra le altre caratteristiche rilevanti, ci sono: la flessibilità dell’offerta, con lo svincolo totale o parziale delle somme prima della scadenza; la digitalizzazione dei processi di apertura e di gestione del conto; la sicurezza dell’investimento, con la solidità dell’istituto e l’adesione al Fondo Interbancario di tutela dei depositi che sono aspetti molto rilevanti”.
Banca CF+, istituto specializzato in soluzioni di finanziamento alle imprese in situazione performing o re-performing, ha lanciato il nuovo Conto Deposito Vincolato online destinato ai risparmiatori privati italiani. Si apre e si gestisce interamente online, non è subordinato all’apertura di un conto corrente, non comporta spese di apertura, offre scadenze da 12 a 60 mesi – con possibilità di scelta tra una linea svincolabile e una non svincolabile – e rendimenti lordi fino al 4%.
Tra gli altri prodotti sul mercato ci sono quelli di Cherry Bank, Banca Progetto, , Banca AideXa, , Twist (Banca Valsabbina), ViViBanca, IBL Banca e , . Molti di questi istituti sono delle cosiddette challenger bank, ovvero banche piccole e nate da poco, che mirano a competere direttamente – o sfidare – le banche tradizionali utilizzando strumenti tecnologici e processi innovativi.
Secondo Di Francisco, “una banca challenger riesce ad intervenire molto velocemente sulla propria offerta commerciale e sui tassi proposti, in particolare, in assenza di sovrapposizioni con altri conti esistenti o con altre offerte. D’altro canto, se una banca commerciale lanciasse un conto deposito con tassi elevati riservato ai propri clienti online, creerebbe un disallineamento rispetto alle offerte attivabili nelle filiali, che rispondono ad altre dinamiche e dunque offrono tassi meno interessanti”.
Per le challenger bank non è però “necessariamente più facile essere commercialmente reattive a movimento tassi”, secondo Lipuzcoa, che spiega come “i depositi sono ad esempio un prodotto ben noto alle banche storiche, ma il lancio di questo prodotto sul mercato è una questione di decisione strategica. Di fatto, alcune banche sfidanti non hanno oggi un’offerta proprietaria di depositi”.
Una domanda che molti si fanno è cosa può succedere ai conti correnti nei prossimi mesi, ovvero se le banche cominceranno ad offrire un rendimento anche su questi strumenti con l’aumento dei tassi. La risposta è in parte influenzata da quelle che saranno le azioni della Banca centrale europea. La BCE ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base nella riunione di ottobre, compiendo un altro grande passo verso la neutralità, dopo aver già aumentato il costo del denaro di 75 punti base alla riunione di settembre. Francoforte ha osservato che sono stati compiuti “progressi sostanziali nel ritiro dell’accomodamento della politica monetaria”, suggerendo che potrebbe essere stato l’ultimo aumento di 75 punti base e che l’inasprimento futuro sarà più graduale man mano che la politica diventa sempre meno accomodante. La maggior parte degli analisti prevede che la Banca centrale europea effettuerà un aumento dei tassi di interesse di 50 punti base a dicembre e smetterà di aumentare i tassi all’inizio del prossimo anno, che comunque rimarranno al livello raggiunto per un certo lasso di tempo.
“Ogni istituto finanziario deve ovviamente esaminare la situazione e adattare la propria offerta commerciale – afferma il manager di BBVA – Noi analizziamo con attenzione l’evoluzione dei mercati, dei tassi e delle dinamiche competitive, tanto quanto seguiamo da vicino le esigenze dei nostri clienti per offrire loro soluzioni personalizzate e garantire il miglior livello di offerta sul mercato”.
Secondo l’AD di Banca CF+, invece, “le grandi banche commerciali, alla luce della forte crescita delle offerte di conti deposito da parte delle banche challenger, inevitabilmente sceglieranno di intervenire sui tassi dei conti correnti. Tuttavia, il conto corrente da tempo è ormai concepito come un servizio che non prevede remunerazione, erogato dalla banca per far fronte ad esigenze quali la gestione dei pagamenti, l’accredito degli stipendi o la domiciliazione delle utenze”.
(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)