(Teleborsa) – Il ministero della Difesa russo ha annunciato che la Russia riprenderà la partecipazione all’accordo sul grano: lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.
“Siamo riusciti a ricevere garanzie scritte dall’Ucraina che non utilizzerà il corridoio umanitario e i porti ucraini coinvolti nell’esportazione di beni agricoli per condurre attività militari contro la Russia, queste” garanzie scritte “sono state inviate al Centro di coordinamento congiunto il primo novembre 2022″, afferma il ministero della Difesa di Mosca aggiungendo che “la Russia ritiene che le garanzie ricevute a questo punto siano sufficienti e riprende l’attuazione dell’accordo”. Lo riporta la Tass. Mosca sabato ha denunciato un presunto attacco di droni ucraini contro navi russe ancorate a Sebastopoli ma Kiev ha respinto le accuse.
Ad anticipare lo scenario, era stato poco prima il presidente turco Recep Tayyip Erdogan il quale aveva dichiarato che la Russia sarebbe tornata a fare parte dell’accordo che ha permesso l’esportazione di grano dai porti ucraini, da cui Mosca si è recentemente sfilata, secondo quanto aveva riportato Anadolu. Erdogan ha fatto anche sapere che sentirà oggi al telefono il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky per discutere degli ultimi sviluppi del conflitto tra Mosca e Kiev.
“Estendere l’accordo sul grano è molto importante e sono sicuro che riusciremo a trovare un consenso per farlo”, aveva affermato sempre poco prima il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, in una conferenza trasmessa da Trt, assicurando che Ankara continuava a mediare “affinché possa tornare in vigore l’intesa tra Turchia, Ucraina, Russia e Onu” che aveva sbloccato l’esportazione di grano dai porti ucraini e da cui Mosca si era sfilata nei giorni scorsi.
“La Russia sostiene di non avere condizioni di sicurezza affinché grano e fertilizzanti siano esportati”, aveva spiegato Cavusoglu aggiungendo che “rimuovere gli ostacoli per l’esportazione di grano e fertilizzanti dalla Russia non significa stare dalla parte della Russia, su questo c’è un consenso da parte dell’Onu e anche da parte dell’Unione europea perché tutto il mondo ha bisogno di questi prodotti”.