(Teleborsa) – Si fa strada l’ipotesi di Giancarlo Giorgetti al Ministero dell’Economia. Segnali in tale direzione arrivano anche dalla leader di Giorgia Meloni – “penso che sarebbe un ottimo ministro dell’Economia” – mentre si vanno delineando anche gli altri ruoli all’interno del governo.
Alla Lega dovrebbero andare cinque o sei ministeri, con il leader Matteo Salvini che sembra destinato alle Infrastrutture. Deluso invece l’altro alleato di Fratelli d’Italia: con Silvio Berlusconi la frattura si è consumata nella giornata di ieri, quando Meloni ha ribadito all’ex premier il veto su Licia Ronzulli e il successivo rifiuto da parte dei forzisti di sostenere Ignazio La Russa nell’elezione che l’ha portato alla presidenza del Senato. Alla fine al partito di Berlusconi dovrebbero andare il Ministero degli Esteri (Antonio Tajani), quello dell’Università (Anna Maria Bernini), della Pubblica Amministrazione (Elisabetta Casellati) e quello della Transizione ecologica (Gilberto Pichetto).
FdI pare invece intenzionato a tenersi stretti, fra gli altri, il Ministero della Difesa (Adolfo Urso il nome forte), Giustizia (Carlo Nordio), Mise, Affari europei (Raffaele Fitto), oltre a Istruzione e Cultura (si parla anche di Fabio Rampelli). Potrebbero essere scelti due tecnici per Lavoro e Salute. Uno schema da completare nei prossimi giorni, così come intendeva fare Meloni, proponendo di procedere prima con l’elezione dei presidenti delle Camere. Oggi infatti c’è il secondo giorno di votazioni per la presidenza della Camera dove è spuntato il nome nuovo della Lega, Lorenzo Fontana.
L’obiettivo, in ogni caso, è affrontare con le idee chiare la settimana prossima le consultazioni, verso l’incarico che il presidente della Repubblica, secondo ragionamenti in ambienti della maggioranza, potrebbe conferirle anche giovedì 20 ottobre, mentre Mario Draghi sarà impegnato al Consiglio europeo a Bruxelles.