(Teleborsa) – “L’Europa non è in recessione“, anche perché non ha “mai avuto una situazione occupazionale così positiva“. Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea (BCE), Christine Lagarde, intervenendo a Washington in un meeting dell’Institute of International Finance. La numero uno dell’istituzione di Francoforte ha anche sottolineato che i salari hanno finora evitato di mettere in scena i cosiddetti effetti di secondo impatto, che minaccerebbero di consolidare l’inflazione a un livello elevato più a lungo.
Lagarde ha affermato che la BCE ha iniziato a discutere del “quantitative tightening”, ossia del ritiro degli acquisti di bond che condurrà alla riduzione del portafoglio di titoli della banca centrale. Si tratta dell’opposto del quantitative easing (QE), termine che si riferisce alle politiche monetarie adottate dalle banche centrali post grande crisi finanziaria per ampliare il balance sheet.
La presidente della BCE ha specificato che il dibattito proseguirà. Attualmente Francoforte, pur in assenza di “nuovi” acquisti, prevede di continuare a reinvestire i bond che ha in portafoglio – mantenendo quindi invariato il proprio portafoglio – fino a tutto il 2024.
“Le banche centrali devono collaborare“, tenendo in considerazione le conseguenze e i “contraccolpi” delle decisioni di politica monetaria, considerando che la situazione economica mondiale fronteggia “un bel po’ di minacce”. “Dobbiamo collaborare tra i banchieri centrali per capire quali saranno le ricadute, perché i mercati finanziari sono estremamente integrati e perché le nostre rispettive politiche monetarie hanno un impatto su altri paesi del mondo”, ha affermato.
Sul fronte della politica di bilancio, ovvero quella attuata dai singoli Stati o dall’UE nel suo complesso, ha detto che le misure – dopo gli aiuti a pioggia della pandemia – devono “concentrarsi sui più vulnerabili“.