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Verbali FED: mantenere posizione restrittiva per tutto tempo necessario

(Teleborsa) – Tutti i partecipanti all’ultimo meeting della Federal Reserve “hanno convenuto che era opportuno aumentare di 75 punti base l’intervallo obiettivo per il tasso sui fed funds e continuare il processo di riduzione delle partecipazioni in titoli della Federal Reserve”, con molti banchieri centrali che “hanno sottolineato l’importanza di rimanere su questa strada anche se il mercato del lavoro ha rallentato“. Lo si legge nei verbali della riunione della Banca centrale americana del 20 e 21 settembre.

Nel discutere delle potenziali decisioni dei prossimi meeting, i partecipanti “hanno continuato ad anticipare che i continui aumenti della fascia obiettivo per il tasso sui fed funds sarebbero stati appropriati per raggiungere gli obiettivi” e che ci sia bisogno “di passare a, e quindi mantenere, una posizione politica più restrittiva al fine di soddisfare il mandato”, ovvero promuovere la massima occupazione e la stabilità dei prezzi.

È stato osservato che, con l’ulteriore inasprimento dell’orientamento della politica monetaria, “sarebbe opportuno a un certo punto rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi ufficiali, valutando nel contempo gli effetti degli aggiustamenti cumulativi delle politiche sull’attività economica e sull’inflazione”. Molti partecipanti hanno indicato che, una volta che il tasso ufficiale avrà raggiunto un livello sufficientemente restrittivo, “sarebbe probabilmente opportuno mantenerlo per qualche tempo fino a quando non ci saranno prove convincenti che l’inflazione sarebbe tornata all’obiettivo del 2%”.

Dai verbali emerge anche che, sebbene alcune categorie di spesa sensibili agli interessi (come l’edilizia abitativa e gli investimenti fissi delle imprese) abbiano già iniziato a rispondere all’inasprimento delle condizioni finanziarie, una parte considerevole dell’attività economica non ha ancora mostrato molta risposta. In particolare, l’inflazione “non ha ancora risposto in modo apprezzabile all’inasprimento delle politiche” e una sua riduzione significativa sarà “probabilmente in ritardo rispetto alla domanda aggregata”.

I banchieri centrali statunitensi sono consapevoli che è necessario un periodo di crescita del PIL reale al di sotto del tasso tendenziale, “molto probabilmente accompagnato da un certo indebolimento delle condizioni del mercato del lavoro”.

Infine, “molti partecipanti hanno sottolineato che il costo di un’azione insufficiente per ridurre l’inflazione probabilmente superava il costo di un’azione eccessiva. Diversi partecipanti hanno sottolineato la necessità di mantenere una posizione restrittiva per tutto il tempo necessario, con un paio di questi partecipanti che hanno sottolineato che l’esperienza storica ha dimostrato il pericolo di porre fine prematuramente a periodi di stretta politica monetaria volti a ridurre l’inflazione“.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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