(Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone ha registrato un rallentamento nel mese di settembre 2022. Il dato dell’indice PMI manifatturiero, pubblicato da S&P Global ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 50,8 punti, rispetto ai 51,5 punti di agosto e ai 51 punti attesi dal mercato. L’indicatore si porta così al livello più basso da gennaio 2021, ma si conferma comunque al di sopra della soglia critica dei 50 punti, denotando crescita dell’attività.
Il settore manifatturiero giapponese ha subito ulteriori pressioni a settembre a causa dell’accelerazione della flessione della produzione e dei nuovi ordini, secondo l’analisti di S&P Global-Jibun Bank. Inoltre, la domanda di beni giapponesi è diminuita al ritmo più rapido degli ultimi due anni, poiché l’inflazione elevata e l’indebolimento delle condizioni economiche presso i principali partner commerciali hanno frenato la spesa dei clienti.
“La debolezza dello yen sta facendo ben poco per rafforzare la domanda di esportazione e invece sta spingendo drasticamente l’inflazione importata e ha spinto ulteriormente le pressioni sui prezzi interni – ha commentato Joe Hayes, Senior Economist di S&P Global Market Intelligence – I costi complessivi di input sono aumentati a uno dei tassi più elevati mai registrati a settembre”.
“Gli indicatori previsionali dell’indagine suggeriscono che la tendenza al ribasso della produzione sembra destinata a persistere nel quarto trimestre – ha aggiunto – I nuovi ordini sono diminuiti a un ritmo molto più forte della produzione, il che implica un’ulteriore debolezza della produzione all’orizzonte. Aumenti delle scorte, che secondo per i relatori è stato dovuto alle scarse prestazioni di vendita, evidenzia anche la debolezza delle condizioni di base della domanda di prodotti giapponesi”.