(Teleborsa) – L’ultima stagione degli utili è stata tutto sommato positiva, grazie alla crescita sperimentata dalle aziende a livello globale nel primo semestre del 2022. Tuttavia, “le attuali stime di consenso sono ancora lontane dal riflettere l’impatto negativo sulla redditività aziendale derivante dal significativo rallentamento dell’attività che ci aspettiamo negli Stati Uniti e dalla probabile recessione in Europa”, secondo Norman Villamin, Chief Investment Officer (Wealth Management) di Union Bancaire Privée
Il mercato vede la crescita degli utili a livello globale attestarsi ancora all’11% nel 2022 e al 6% nel 2023, un valore che il CIO crede sia “decisamente troppo elevato”. “Poiché un rallentamento dell’attività economica, in particolare in Europa, è inevitabile nel secondo semestre, e diventerà più difficile per le aziende continuare ad aumentare i prezzi per difendere i margini in un momento in cui i costi delle materie prime, della manodopera e dell’energia rappresentano ancora un grosso ostacolo per le imprese”, spiega in una nota.
La crescita degli utili nel 2022 dovrebbe rimanere modestamente positiva, ma è probabile che gli utili diminuiscano l’anno prossimo, mentre le valutazioni devono comprimersi ulteriormente per riflettere l’aumento dei rendimenti obbligazionari.
“In questo contesto, rimaniamo quindi cauti sull’azionario e manteniamo la nostra protezione nelle varie forme che abbiamo implementato nel corso dell’anno – spiega Villamin – Continuiamo a privilegiare le società con una visibilità sugli utili di alta qualità e bilanci solidi. Queste dovrebbero sovraperformare in un contesto di elevata incertezza macro e di crescente pressione sui margini di profitto.
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