(Teleborsa) – La Banca centrale russa ha deciso di ridurre il tasso di riferimento di 50 punti base, dall’8% al 7,5%, diminuendolo ulteriormente rispetto ai livelli pre-conflitto (era stato alzato al 9,5% l’11 febbraio). Si stratta di una riduzione in linea con quella attesa dagli analisti, che stimavano un costo del denaro al 7,5%. “Il contesto esterno per l’economia russa rimane difficile, e invariabilmente pone notevoli vincoli all’attività economica. Le aspettative di inflazione delle famiglie e le aspettative sui prezzi delle imprese restano elevate”, si legge nello statement rilasciato al termine del meeting guidato dalla governatrice Elvira Nabiullina.
Secondo le previsioni della Banca di Russia, l’inflazione annua sarà dell’11,0-13,0% nel 2022 e, data l’orientamento della politica monetaria, scenderà al 5,0-7,0% nel 2023, per tornare al 4% nel 2024. Il calo del PIL nel 2022 potrebbe essere più vicino al limite superiore dell’intervallo di previsione di luglio tra -6,0 e -4,0%.
Sul fronte delle aziende, i dati “suggeriscono che una parte significativa delle imprese deve ancora far fronte a difficoltà nella produzione e nella logistica. Tuttavia, il loro sentiment continua a migliorare man mano che i fornitori di prodotti finiti, materie prime e componenti si diversificano, così come i mercati di vendita”.
Bank of Russia sottolinea inoltre che “l’attività dei consumatori rimane in sordina“. Ciò è dovuto al recente calo dei redditi reali delle famiglie che mantengono la loro propensione al risparmio. In particolare, quest’ultimo fattore è spiegato, al di là dell’incertezza economica complessiva, “dalla ridotta offerta di diverse tipologie di beni e servizi”.