(Teleborsa) – Nel primo semestre del 2022 gli emittenti italiani hanno concluso 38 collocamenti di bond per un ammontare di 23,8 miliardi denominati in euro, 4 miliardi denominati in dollari e 0,4 miliardi denominati in sterline. C’è stata una riduzione sostanziale delle emissioni sul mercato di circa il 43% anno su anno (nel primo semestre del 2021 l’ammontare era stato di 41,5 miliardi di euro), anche se il semestre era partito con un ottimo volume di nuove emissioni (18 emissioni a gennaio, circa il 47% del semestre). A inizio 2022 i tassi non erano però ancora stati impattati dai timori legati all’inflazione, le banche centrali non avevano dato segnali hawkish e il quadro macroeconomico non presentava segnali di deterioramento.
I dati emergono da una ricerca di , investment bank indipendente quotata su Euronext STAR Milan, presentata in occasione della quinta edizione della Bond Conference. Il secondo trimestre ha visto un calo significativo delle emissioni sul mercato, con solo 7 operazioni concluse, causato principalmente da: conflitto tra Russia e Ucraina, costante crescita dell’inflazione e rialzo dei tassi di interesse.
A differenza degli anni scorsi, in cui prevalevano gli emittenti Financials, il settore delle Utilities è stato il più attivo con un ammontare emesso di 11,1 miliardi di euro, circa il 46,6% del totale emesso dalle società italiane. Con riferimento alle Financial Institutions, Equita sottolinea che c’è stata una riduzione dell’ammontare emesso, da 16,8 miliardi di euro del primo semestre del 2021 a 10,1 miliardi di euro del primo semestre del 2022.
La ricerca evidenzia che lo spread medio delle nuove emissioni dei player bancari è stato superiore di circa il 30% al primo semestre del 2021 attestandosi a circa 203bps, nonostante abbiano realizzato soprattutto secured funding (con le emissioni di Covered Bond che hanno segnato un incremento di 1 miliardo di euro) e Senior Preferred con scadenze brevi (massimo 5 anni). “Questo segnala la maggiore rischiosità e incertezza percepita dagli investitori sul mercato, che hanno quindi richiesto dei premi consistenti”, scrivono gli analisti.
Le previsioni per la restante parte dell’anno non sono positive. Il trend delle nuove emissioni dovrebbe proseguire sulla falsariga del primo semestre, con eventuali finestre di mercato per nuove emissioni in concomitanza di eventi che potrebbero incidere sulle variabili macroeconomiche principali, come ad esempio le riunioni della BCE. “Tuttavia, non è da escludere anche un rallentamento nel caso in cui ci sia un peggioramento delle condizioni economiche, con la recessione accertata, in quanto le principali società italiane (sia Corporate che Financials) non presentano un bisogno di refinancing di breve periodo, soprattutto entro la fine del 2022″, aggiunge Equita.