(Teleborsa) – Portare a 1.000 euro l’assegno pensionistico di tutti i pensionati con un reddito fino a due volte il minimo (la maggior parte di quali ha un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro) costerebbe 31,2 miliardi.
A calcolarlo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano, diretto da Carlo Cottarelli. In base ai dati Inps (relativi al 2020), i pensionati con un reddito fino al trattamento minimo (515,58 euro) sono di 2,1 milioni; quelli fino a due volte il minimo (tra 515,59 e 1031,16 euro) sono 3,8 milioni, ricorda l’Osservatorio.
Se si volesse portare a 1.000 euro il reddito pensionistico di tutti i percettori di pensione minima (già rivalutata a partire da novembre 2022 del 2,2 per cento per effetto del Decreto Aiuti Bis del governo Draghi), il costo della riforma sarebbe di circa 19,5 miliardi, calcola l’Ossercatorio CPI. Aggiungendo i pensionati con un reddito fino a due volte il minimo (la maggior parte di quali ha un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro) il conto sale a 31,2 miliardi.
Nelle scorse ore ha parlato anche Roberto Ghiselli, presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps. “Il sistema previdenziale regge, il bilancio dell’Inps è solido. Ma attenzione con le proposte di rottamazione e decontribuzione. Rischiano di aprire buchi e di far saltare i conti”, ha detto in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.
Ghiselli ha anche assicurato che il bilancio dell’Inps non è a rischio: “No, nel 2021 la spesa previdenziale è cresciuta dell’1,2% in modo fisiologico, allineata all’inflazione. Il bilancio è solido, anche se viene da anni di emergenza che Inps ha affrontato con un organico molto ridotto: siamo a 24mila, ma dovremmo essere a 30mila dipendenti. Nonostante questo l’istituto ha retto in pandemia. Non è stato uno sforzo da poco”.