(Teleborsa) – L’Ucraina è impegnata in una controffensiva volta a creare “caos all’interno delle forze russe”, colpendo le linee di rifornimento degli invasori nei territori occupati. È quanto ha affermato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
In un’intervista rilasciata al Guardian, Podolyak ha affermato che potrebbero esserci più attacchi nei “prossimi due o tre mesi” simili a quelli di ieri in Crimea, che hanno messo in fuga i turisti russi, così come a quello della scorsa settimana contro la base aerea di Saky, sempre nella penisola. L’Ucraina non ha rivendicato ufficialmente gli attacchi di ieri né quello della scorsa settimana contro l’aerodromo militare di Saky, ma fonti militari di Kiev hanno fatto sapere che si è trattato di un loro blitz. “La nostra strategia – ha spiegato Podolyak – è distruggere la logistica, le linee di rifornimento, i depositi di munizioni e altri oggetti delle infrastrutture militari. È creare un caos all’interno delle loro stesse forze”.
Aiutata dai missili a lungo raggio forniti dall’Occidente, Podolyak ha aggiunto che l’Ucraina spera di depotenziare la forza degli invasori per “mancanza di rifornimenti e di munizioni”. Il consigliere del presidente ucraino ha chiesto “altri 50, 60, 80” lanciarazzi multipli Mlrs, in aggiunta ai circa 20 dell’arsenale esistente. La Lettonia ha, inoltre, donato all’Ucraina quattro elicotteri e sei obici con relative munizioni al loro funzionamento. Gli elicotteri inviati (MI-17 e MI-2) – ha fatto sapere il ministro della difesa lettone Oleksii Reznikov – sono modelli da molto tempo in forza all’esercito lettone e facilmente utilizzabili dai piloti ucraini. Nei mesi scorsi, la Lettonia aveva fornito equipaggiamento personale, veicoli aerei, razioni di cibo liofilizzato, munizioni, armi anticarro e missili antiaereo divenendo uno dei massimi donatori pro capite di armi all’Ucraina
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov – in un’intervista a Voice of America riportata dall’agenzia di stampa Ukrinform – ha affermato che nonostante i russi abbiano ancora molte risorse nei loro depositi, l‘esercito di Mosca non è più il “secondo del mondo”. “Non è sicuramente più il secondo esercito del mondo. Effettivamente, i russi sono numerosi. Hanno molte risorse nei depositi e negli arsenali. Ma anche queste risorse sono ormai vecchie. Stanno portando in Ucraina persino i carri armati T-62”, ha detto Reznikov, aggiungendo che gli elementi impiegati a scopo militare “sono probabilmente fino a 135mila”, ma specificando “che questo è già un cocktai” per la presenza di mercenari e altre forze mobilitate. Il ministro ha ribadito che il piano nazionale dell’Ucraina è liberare i propri territori dalle forze russe, riportando i confini a quelli internazionalmente riconosciuti nel 1991. “Non quelli del 2014 o 2015, e non quelli del 24 febbraio 2022”, ha sottolineato.
Nel frattempo Zelensky ottiene successi anche sul fronte diplomatico. Giovedì a Leopoli riceverà il leader turco Recep Tayyp Erdogan e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Il portavoce dell’Onu ha precisato che Zelensky ha invitato Guterres a Leopoli giovedì per il trilaterale con Erdogan, poi il segretario generale delle Nazioni Unite si recherà venerdì al porto di Odessa e quindi andrà all’Istanbul Joint Coordination Center in Turchia.
Ad oggi l’unico risultato tangibile sul fronte della mediazione internazionale è stato ottenuto dalla Turchia con la conclusione dell’accordo sul grano. Dopo lo sblocco delle esportazioni sono salpate in tutto 21 imbarcazioni. “Questa mattina, altre quattro navi che trasportano farina, olio di semi di girasole e mais sono partite dai porti ucraini di Odessa e Chornomorsk – ha fatto sapere il ministero della Difesa turco in un comunicato –. Le spedizioni di grano dai porti dell’Ucraina continuano come previsto”. Secondo quanto rende noto la delegazione dell’Onu al centro di Istanbul che coordina le operazioni, dove sono presenti rappresentanti di Ankara, Kiev, Mosca e Nazioni Unite, dopo che le esportazioni di cereali dall’Ucraina attraverso corridoi sicuri nel Mar Nero sono state sbloccate, in tutto 36 navi che dal primo al 15 agosto sono state autorizzate a partire dai porti ucraini o a raggiungerli per caricare grano e altri prodotti alimentari. Le navi partite dall’Ucraina sono in tutto 21 e il loro carico complessivo ammonta a 563,317 tonnellate di cereali e prodotti alimentari simili.