(Teleborsa) – Nel mese di giugno 2022 il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 11,2 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.766,4 miliardi di euro. Lo ha comunicato Banca d’Italia con la pubblicazione mensile “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. L’aumento è dovuto all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (4,9 miliardi, a 86,2), al fabbisogno (4,2 miliardi) e all’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (2,2 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sotto-settori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 12,5 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 1,3 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Alla fine di giugno sia la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia sia la vita media residua del debito sono rimaste stabili, rispettivamente al 25,8 per cento e a 7,7 anni.
Inoltre, Bankitalia ha comunicato che le entrate tributarie sono state pari a 218,1 miliardi di euro nel primo semestre del 2022, in aumento dell’11,9% (23,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di dati aggregati che tengono conto del solo andamento di cassa e perciò è difficile identificare le singole componenti della crescita del gettito. A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 36 miliardi, in aumento del 10,4% (3,4 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021.