(Teleborsa) – , società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di cemento, calcestruzzo e aggregati naturali, ha chiuso il primo semestre del 2022 con un fatturato pari a 1.880 milioni di euro (+17% rispetto al 2021) e un margine operativo lordo di 365 milioni di euro (+3,6%). L’effetto cambio è stato favorevole per 77 milioni di euro sul fatturato e 19 milioni di euro sul margine operativo lordo. L’effetto positivo è derivato dalla rivalutazione del dollaro, della hryvnia, della corona ceca e del rublo.
I volumi di vendita del settore cemento sono risultati in diminuzione rispetto al primo semestre del 2021 (-4%), mentre sono stati pressoché stabili nel calcestruzzo preconfezionato (-0,2%). La società segnala uno sviluppo positivo delle spedizioni in Stati Uniti, Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca, un rallentamento in Italia e Ucraina.
La redditività caratteristica ricorrente del gruppo nei primi sei mesi del 2022 è generalmente peggiorata, a eccezione della Russia e di una sostanziale stabilità in Repubblica Ceca. Buzzi Unicem ha subito una sensibile crescita dei costi variabili (energia elettrica, combustibili, logistica, materie prime) e la persistenza dell’inflazione anche sulle spese fisse. L’utile netto è stato di 88,7 milioni, rispetto a 209,7 milioni del primo semestre 2021.
La società ha deciso di migliorare le indicazioni fornite in precedenza al mercato e prevede ora che il margine operativo lordo ricorrente dell’intero esercizio 2022 possa raggiungere un livello simile a quello dell’esercizio precedente.
Il CdA ha avviato un progetto di revisione della struttura societaria, che prevede di separare le attività operative del cemento in Italia dalle attività di indirizzo e coordinamento strategico svolte dalla capogruppo nei confronti delle società attive nei vari paesi in cui Buzzi Unicem opera. L’esecuzione dell’operazione è previsto che avvenga entro la fine del 2022, con efficacia del conferimento a decorrere dal 1° gennaio 2023.
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