(Teleborsa) – Fitch Ratings crede che il nuovo strumento anti-frammentazione della Banca centrale europea (BCE) potrebbe ridurre i rischi per la sostenibilità del debito dei paesi dell’eurozona mentre Francoforte aumenta i tassi ufficiali. “Nonostante alcune ambiguità su come funzionerebbe nella pratica, prevediamo che la BCE attivi rapidamente il TPI se i rischi di frammentazione sembrano cristallizzarsi e un paese è idoneo”, si legge in una nuova ricerca sul tema.
Contestualmente al primo rialzo dei tassi dal 20211, il 21 luglio la BCE ha introdotto il “Transmission Protection Instrument” (TPI) in base al quale sarà in grado di acquistare obbligazioni dei paesi della zona euro a determinate condizioni. Il TPI potrebbe alleviare le preoccupazioni all’interno del Consiglio direttivo della BCE sull’inasprimento della politica monetaria. “Questo perché affronta il rischio che tassi più elevati possano causare un forte aumento dei rendimenti di alcuni titoli di Stato e a scadenze diverse, provocando una variazione destabilizzante nella trasmissione della politica monetaria, nota come frammentazione, in tutta la zona euro”, spiega l’agenzia di rating.
Viene ricordato che il TPI non è l’unico strumento della BCE con cui affrontare i rischi di frammentazione. La prima linea di difesa della BCE è il reinvestimento flessibile dei rimborsi del Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP). Un terzo strumento è il programma Outright Monetary Transactions (OMT), anche se i paesi della zona euro hanno un incentivo a evitare l’attivazione dell’OMT poiché è collegato a un programma del meccanismo europeo di stabilità (MES), che prevede una rigorosa condizionalità.
“Riteniamo che resti determinato a evitare il livello di frammentazione visto, ad esempio, nel 2011-2012 o nel marzo 2020 – affermano gli analisti di Fitch – Ciò dovrebbe ridurre il rischio che forti incrementi degli oneri finanziari influiscano negativamente sulla dinamica del debito nei paesi fortemente indebitati della zona euro, come Italia e Spagna“.
Per quanto riguarda i pagamenti degli interessi sul debito, l’agenzia di rating prevede che i rendimenti obbligazionari nel periodo 2022-24 saranno ancora molto più elevati rispetto al periodo dal 2015. “Ciò si tradurrà in pagamenti di interessi più elevati nel tempo, aumentando le tensioni fiscali nei titoli sovrani ad alto debito della zona euro”, viene sottolineato.