(Teleborsa) – Nel 2020 la spesa media familiare si è ridotta in termini reali del 9,7 per cento rispetto al 2016, proseguendo la flessione già in atto, seppure con diversa intensità, dal 2006 e attestandosi sul valore più basso dal 1980, cioè da quando l’indagine rileva questa variabile. È quanto si legge nella “Indagine sui bilanci delle famiglie” pubblicato dalla Banca d’Italia che ha evidenziato che contestualmente il risparmio è balzato del 40%.
“I consumi delle famiglie hanno risentito nel 2020 delle misure di contenimento della diffusione del virus e dei timori del contagio, oltre che di una maggiore incertezza sul futuro e, per alcuni beni durevoli, dei vincoli dal lato dell’offerta – si legge nel rapporto –. Alla contrazione hanno contribuito sia i consumi di beni e servizi non durevoli sia quelli di beni durevoli”. Secondo lo studio il calo della spesa è stato più intenso al crescere del reddito equivalente. La contrazione dei consumi è stata più pronunciata (-13 per cento) per gli individui con oltre 65 anni, i cui comportamenti di spesa hanno risentito della maggiore esposizione alle conseguenze gravi del contagio da coronavirus, e per coloro che vivono in nuclei familiari il cui maggiore percettore di reddito è lavoratore dipendente o inattivo (-10,6 e -10,2 per cento rispettivamente).
Nel 2020 il 17 per cento delle famiglie in Italia ha dichiarato di avere percepito un reddito “insolitamente basso rispetto a un anno normale” e nel confronto con la rilevazione sul 2016, la quota è aumentata di 5 punti percentuali. L’incremento si è concentrato soprattutto tra le famiglie il cui maggiore percettore di reddito ha meno di 35 anni. Una quota rilevante dei nuclei intervistati ha dichiarato che almeno un familiare ha subito una temporanea riduzione o interruzione delle entrate da lavoro (rispettivamente l’11 e il 5 per cento delle famiglie), mentre solo il 3 per cento ha almeno un componente che ha perso il lavoro, verosimilmente per effetto del blocco dei licenziamenti in vigore a partire da marzo del 2020.
Nello stesso anno il reddito medio disponibile delle famiglie in Italia risultava pari a 39.343 euro, con un netto divario tra Centro Nord, dove questa voce è stata pari a 45.418 euro, e Sud e isole dove si è attestata 27.448 euro. In media le famiglie italiane disponevano di una ricchezza netta, costituita dalla somma delle attività reali e finanziarie al netto delle passività finanziarie, di circa 341.044 euro. Il valore mediano però, che separa la metà meno ricca delle famiglie dalla meta’ più ricca, era significativamente inferiore, precisa, poco meno di 151.000 euro.
Rispetto all’ultima rilevazione, riferita al 2016, la ricchezza media è aumentata in termini reali dell’1,7 per cento. Si è ulteriormente ampliato il divario tra la ricchezza netta media e quella mediana, un indicatore del grado di diseguaglianza nella relativa distribuzione. Secondo l’indagine, il 50 per cento meno ricco delle famiglie possedeva solo l’8 per cento del patrimonio netto complessivo mentre la metà di quest’ultimo era detenuta dal 7 per cento più ricco. Come sul reddito si registrano divergenze in base all‘area territoriale delle famiglie: ricchezza media di 419.000 euro al Centro Nord e di 187.000 euro a Sud e isole.