(Teleborsa) – Durante la riunione della Banca centrale europea (BCE) del 8-9 giugno c’è stato “accordo sul fatto che il gradualismo non dovesse essere necessariamente interpretato come un’azione lenta a piccoli passi“. Pertanto, i membri del Consiglio direttivo di Francoforte “hanno ritenuto che la continua successione di aumenti dei tassi nei prossimi trimestri – come si evince dal percorso dei tassi insito nelle aspettative del mercato e nelle proiezioni del personale – potrebbe essere definita graduale”. È quanto si legge nei resoconti della riunione pubblicati oggi, dai quali emerge anche che l’abbandono del concetto di gradualismo “potrebbe essere visto come un segnale dell’intenzione della BCE di intraprendere un’azione brusca, che potrebbe minare la prevedibilità e rischiare di innescare movimenti disordinati del mercato”.
La maggior parte dei membri del Consiglio direttivo ha espresso sostegno alla proposta di segnalare l’intenzione del Consiglio direttivo di aumentare i tassi di interesse di riferimento della BCE di 25 punti base nella riunione di luglio. Un certo numero di membri ha “espresso una preferenza iniziale per mantenere la porta aperta per un’escursione più ampia durante la riunione di luglio”. È stato ampiamente convenuto che il Consiglio direttivo dovrebbe a questo punto essere più specifico sulle sue aspettative per la riunione di settembre e, in particolare, aprire le porte a un aumento dei tassi di interesse di riferimento della BCE di oltre 25 punti base.
Guardando oltre il mese di settembre, i membri “hanno ampiamente convenuto che, sulla base della valutazione attuale, sarebbe appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori aumenti dei tassi di interesse, con il ritmo di aggiustamento che dipende dai dati in arrivo e dagli sviluppi delle prospettive di inflazione a medio termine”.
Per quanto riguarda l’allentamento dello spread, si legge che i banchieri centrali hanno chiesto di lavorare “su un possibile nuovo strumento anti-frammentazione da accelerare e completare rapidamente poiché il rischio di frammentazione potrebbe intensificarsi con l’avanzare della normalizzazione della politica monetaria da parte della BCE”. I funzionari della BCE hanno osservato che l’entità e la velocità dei recenti aumenti dei differenziali di rendimento per alcuni paesi, senza cambiamenti significativi nei fondamentali economici nazionali, “hanno suggerito che potrebbero essere in gioco altri fattori, tra cui non linearità, equilibri multipli e fattori di natura politica”.