(Teleborsa) – Il cuneo salino – cioè l’avanzamento del mare nel delta del Po – è arrivato a oltre 30 chilometri, una quota record. Resta infatti grave l’emergenza siccità nel distretto del Po: le portate sono ancora molto basse e il prelievo non è stato ridotto, come chiesto settimane fa. Permangono l’assenza di piogge, nonostante i temporali delle ultime ore abbiano ristorato la portata, e temperature altissime. Questa è la sintesi dell’Osservatorio sul Po tornato a riunirsi oggi. Meuccio Berselli, segretario Autorità, ha lanciato l’allarme: “Problema solo rimandato di 10 giorni se non si rispetteranno le misure decise”, ovvero la riduzione di prelievo idrico del 20% sulle acque disponibili.
“Alla luce di questi dati emersi oggi – ha commentato Berselli in apertura dell’incontro – a cosa serve prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro e impegno agli staff tecnici se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?”.
In ogni caso, nonostante il temporaneo ristoro, destinato a esaurirsi in pochi giorni, ha sottolineato l’Osservatorio, le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del Po restano ancorate al livello di “siccità grave”. Le precipitazioni delle ultime 24 ore sono state “molto utili” per gli equilibri idrologici a breve termine del Po e degli affluenti: in alcuni casi, soprattutto sui rilievi e sulle colline di Piemonte e Liguria, in tono minore su Emilia, Lombardia e Veneto, “le piogge hanno toccato anche i 58/60 millilitri, incrementando i livelli del grande fiume che in poche ore sono passati, in prossimità della foce a Pontelagoscuro nel Ferrarese, da 161 a 200 metri cubi al secondo”.
Per ora, ha spiegato l’Autorità, è stata scongiurata la massima conseguenza della siccità stagionale, cioè “un preventivo e dannoso stop al prelievo“. Tuttavia i prelievi, è il monito, vanno ridotti e non sono stati ridotti, nonostante la raccomandazione ai territori decisa nella seduta precedente di farlo del 20%.
Se ciò fosse avvenuto, ha sottolineato l’Osservatorio, con la pioggia di ieri “avrebbero contribuito in maniera determinante al raggiungimento di un livello tale (circa 300 metri cubi al secondo) in grado di sollevare le necessità della gran parte delle aree considerate fino a luglio inoltrato riducendo così concretamente l’ingresso delle acque salmastre (oggi arrivate ad oltre 30 chilometri dalla costa adriatica nel Ferrarese e Rodigino) ed evitando potenziali danni irreversibili ad agricoltura locale, habitat e biodiversità”. Per queste ragioni “oggi servirebbe un prelievo sull’acqua precedentemente disponibile pari al 20% per poter equilibrare tutti gli utilizzi, proseguire l’attività irrigua e salvaguardare le zone più in sofferenza”.