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CNH punta su Torino per nuova sede EMEA. A Modena smart farm e simulatore

(Teleborsa) – “Think globally, act locally”. È il mondo in cui intende declinare la sua presenza globale e la sua vicinanza agli agricoltori e alle imprese dei tutti i territori in cui opera. In questo quadro l’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) continua a ricoprire un ruolo chiave, in quanto pesa per il 37% a livello di fatturato (uguale al Nord America) e per il 40% a livello di dipendenti (30% in Nord America). Con 16 stabilimenti su 42 in EMEA, la regione è quella “che produce più modelli, più prodotti e soprattutto copre tutta la gamma“, ha ricordato Carlo Alberto Sisto, President EMEA di CNH Industrial, all’evento “Innovazione, sostenibilità e tecnologia: le linee di sviluppo di CNH Industrial in Italia” che il gruppo ha organizzato oggi a Torino.

Con l’efficacia dello spin-off di (e la sua quotazione su Euronext Milan dal 3 gennaio 2022), CNH Industrial è ora un attore interamente dedicato ai settori dell’agricoltura e delle costruzioni. “Per noi è stato un momento abbastanza storico quello tra il 2021 e il 2022 – ha spiegato – L’anno scorso c’è stata l’acquisizione di Raven, la più importante della storia di CNH Industrial, e di Sampierana, società del movimento terra, e ci siamo preparati per lo spin-off”.

La spinta sull’innovazione

Raven ha permesso al gruppo di fare un balzo avanti enorme in quanto a digitalizzazione, ad esempio nell’agricoltura di precisione e nella guida autonoma, e ora CNH intende incrementare gli investimenti su questo fronte. Il grosso di questi sforzi saranno nella smart farm di Modena, dove il gruppo può testare tutte le macchine su tutte le colture, e sul simulatore virtuale per i test sui trattori che sarà inaugurato a ottobre. “Potremmo testare tutti i modelli e questa sarà una struttura unica al mondo – ha detto il manager – L’avremo noi a Modena con un investimento importantissimo e a livello tecnologico. Permette di non emettere emissioni durante le simulazioni e ci sono meno rischi per operatori“. Non si tratta di una sala virtuale dove testare i trattori con visori, ma di una cabina intelligente a cui attaccare anche gli accessori da testare. L’investimento sarà tra 1 e 2 milioni di euro.

A Modena non ci sono solo le supercars – ha scherzato Sisto – Abbiamo anche il centro di ricerca e sviluppo (R&S) di trattori di media potenza più grande d’Europa nel settore, ed è nostro. Abbiamo circa 600 ingegneri che si occupano dello sviluppo, dei motori, dell’ingegneristica e della sostenibilità delle nostre macchine”. Continuano anche gli sforzi per produrre veicoli a metano, elettrici e ibridi, anche se per il momento le vendite di questi modelli sono marginali. “L’alternative fuels non ha ancora un peso importante rispetto al diesel”, ha affermato, ricordando che il trattore di punta alimentato a metano venderà circa 2.000 unità sulle 170.000 complessive in Europa. “Il peso specifico non è tanto, ma sarà sempre più richiesto“, ha concluso.

Materie prime e conflitto

Intanto, CNH Industrial, come la maggior parte delle aziende, si trova a operare in un ambiente molto sfidante. “La principale preoccupazione è la ricerca di componenti per l’assemblaggio e la costruzione di macchine, in quanto abbiamo dei ritardi di produzione – ha detto Sisto – La nostra principale preoccupazione è la ricerca di pezzi e stiamo quindi ampliando la nostra rete di fornitori. Stiamo lottando per produrre perché abbiamo una grossissima domanda, in quanto abbiamo un order book pieno fino al primo trimestre 2023“.

Il presidente dell’area EMEA ha riconosciuto che “l’aumento dei prezzi dell’energia e dei costi di pezzi e trasporti ha portato ad aumenti dei costi di produzione anche per noi. Stiamo quindi ritoccando i listini in modo da garantire una marginalità con cui possiamo investire in ricerca e sviluppo”.

Un altro fronte caldo è quello dell’Est Europa. Il fatturato di Russia e Ucraina vale il 3% del fatturato, e quindi “l’impatto della mancata vendita nei due paesi non è stato così rilevante”. “In Ucraina stiamo operando, con fornitura di trattori, macchine per raccolta grano e ricambi – ha spiegato – Abbiamo i dipendenti che supportano i clienti finale. C’è stata una flessione nei primi due mesi guerra, ma in questo momento stiamo riprendendo fortemente le esportazioni in Ucraina, anche per la raccolta del grano”. In Russia il gruppo ha fermato le attività secondo le sanzioni e ad oggi è ferma nel paese. “Abbiamo un sito produttivo (più di assemblaggio che produzione) messo “on hold” il 25 di febbraio, con i circa 200 dipendenti fermi ma che continuano a essere nostri dipendenti”.

Le novità in Italia

Oltre agli investimenti a Modena, CNH attuerà nuovi sforzi anche a Torino, dove ci sono 1.200 dipendenti sui 4.500 totali in Italia. “Inaugureremo il prossimo anno la nuova sede per la regione EMEA – ha annunciato Sisto – Abbiamo approvato il progetto, le spese e siamo pronti a partire con i lavori a settembre. Sarà un building con nuova concezione, come richiede lo smart working, con open space, e per facilitare la comunicazione, l’inclusione e la sostenibilità. Sarà completato a fine 2023″. L’investimento per la sede di Torino sarà tra 5 e 10 milioni di euro, con una forchetta ampia visti anche i rincari del mondo dell’edilizia.

L’Italia resta essenziale all’interno del gruppo. “A livello di fabbriche stiamo investendo e producendo, quindi non è prevista alcuna contrazione della forza lavoro a livello nazionale nei prossimi anni, ma anzi stiamo facendo accordi con università per assumere”, anche considerando che non è semplice trovare personale specializzato.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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