(Teleborsa) – La morte improvvisa di Leonardo del Vecchio lascia l’economia italiana orfana di un grande imprenditore e uomo d’affari, aprendo allo stesso tempo scenari inediti per l’industria degli occhiali griffati. Il suo patrimonio sarà suddiviso fra i suoi sei figli e la seconda moglie, ma qualcosa inevitabilmente cambierà anche alla guida della sua società Luxottica, confluita nella holding internazionale Essilor-Luxottica che vanta 65 miliardi di capitalizzazione. Che ne sarà della gestione della sua azienda nell’ambito degli equilibri con i francesi di Essilor? E che ne sarà di alcune partecipazioni finanziarie di rilievo come quelle in Mediobanca e Generali? Se lo chiedono in molti.
Un patrimonio da 27 miliardi
Del Vecchio, uno degli uomini più ricchi d’Italia, partito dal collegio dei Martinitt ed arrivato ai vertici della classifica in termini di ricchezza, era a capo di un vero e proprio impero economico e finanziario. Il suo patrimonio si stima in circa 27 miliardi di euro, che andranno ai suoi figlie dalla seconda moglie.
Nicoletta Zampillo, che aveva sposato nel 2010 dopo sette anni dal divorzio dalla prima moglie, erediterà il 25% di Delfin, la holding finanziaria che controlla tutte le sue partecipazioni, incluso il 75% di Luxottica.
Il restante 75% di Delfin sarà diviso tra i suoi sei figli: tre dalla prima moglie, Leonardo Maria figlio della seconda moglie Nicoletta Zampillo ed altri due da una precedente relazione. Questa grande frammentazione è stata attentamente tenuta in considerazione da Del Vecchio che aveva fissato una soglia alta dell’88,5% di partecipazione per assumere le delibere in Delfin, in modo da rendere bpartecipi tutti e tre i rami della famiglia.
E dal momento che la gestione di Delfin e delle sue partecipazioni più importanti potrebbe non essere facile, l’imprenditore si è garantito la nomina diretta di un erede, nel caso in cui fosse venuto a detenere una quota inferiore al 50%. Un successore che in tanti individuano in Francesco Milleri, il suo braccio destro, un manager di alto profilo, oggi amministratore delegato di EssilorLuxottica.
D’altronde, dei suoi sei figli solo Leonardo Maria, figlio di Zampillo, aveva un ruolo in una delle società di famiglia, mentre il primogenito Claudio era uscito dal CdA nel 2015.
La futura guida di Essilux
La scomparsa di Del Vecchio potrebbe turbare i delicati equilibri in capo a Essilux, la holding nata nel 2018 dalla fusione con i francesi di Essilor, società internazionale che produce lenti. Equilibri che erano stati messi in crisi subito da alcuni azionisti francesi, ma quella partita era stata vinta dall’imprenditore marchigiano.
Nel 2020, era stata messa a punto la nuova governance di Essilux, ponendo a capo il suo delfino Francesco Milleri e confermando DFel Vecchio quale maggior azionista con una partecipazione del 32,2%, Una guida sicura e solida, che ora potrebbe essere rimessa n discussione dai francesi.
E che ne sarà di Mediobanca e Generali
Oltre alle partecipazioni nell’azienda di famiglia, Delfin detiene anche quote di non poco conto in Mediobanca e Generali. L’ascesa in Piazzetta Cuccia era stata fermata dalla Bce, non prima di portare l’imprenditore ad una quota del 19,5%.
Stesso discorso per le Generali, di cui Delfin detiene il 9,8% del capitale, per volontà di Del Vecchio che si era schierato al fianco di Francesco Gaetano Caltagirone nella corsa alla leadership del Leone di Trieste.
Cosa sarà ora di queste partecipazioni finanziarie e delle intese che spesso sottendono? Il timore che queste partecipazioni possano essere liquidate non ha fatto bene ieri ai titoli e , che sono arrivati a cedere circa il 3% in Borsa.