(Teleborsa) – La Russia continua a mettere pressione all’Europa sul fronte dell’approvvigionamento energetico. Il colosso russo del gas Gazprom ha reso noto in una dichiarazione su Twitter che la capacità della stazione di compressione terrestre Nord Stream 1 è scesa a 67 milioni di metri cubi al giorno. In questo modo la fornitura del gas alla Germania viene tagliata di un altro 33% e risulta ben inferiore ai 167 milioni di metri cubi che vengono di solito trasportati nello strategico gasdotto, che va dalla Russia alla Germania attraversando il Mar Baltico.
Ieri Gazprom aveva già ridotto del 40% le forniture attribuendo la causa a problemi tecnici legati a pezzi di ricambio della tedesca che non erano arrivati. La compagnia russa ha oggi aggiunto che sta ulteriormente ridimensionando l’uso delle apparecchiature prodotte da Siemens presso la stazione di compressione di Portovaya vicino a San Pietroburgo.
“Non possiamo confermare al momento che vi sia un rapporto causale fra la mancanza della turbina da parte russa e la grande quantità di gas che viene ridotta” da parte di Gazprom, ha fatto sapere l’Agenzia delle Reti tedesca. Anche il vicecancelliere tedesco Robert Habeck ha affermato che la questione della restituzione del pezzo di ricambio mancante riguarderebbe “il prossimo autunno”. Gazprom ha invece sostenuto che c’entrino le sazioni occidentali nei ritardi nella consegna di un pezzo di ricambio.
“Non abbiamo problemi di approvvigionamento in Germania”, aveva detto il vicecancelliere tedesco Robert Habeck prima del nuovo taglio di Gazprom.
Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 21,7% a 118 euro/MWh alle 16.40 ora italiana, rispetto alla chiusura a quota 97 euro/MWh della seduta di ieri. il prezzo ha registrato un brusco balzo nel pomeriggio, in quanto fino a poco dopo le 15 risultava piatta a quota 99 euro/MWh.