(Teleborsa) – “Le banche centrali dei paesi industrializzati, ma anche degli emergenti, si trovano in una situazione di minaccia a livello di sviluppo e quindi non devono assolutamente perdere d’occhio la possibilità di ancorare le aspettative. E la credibilità delle banche centrali è fondamentale. Quindi devono convincere le varie istituzioni economiche e i cittadini. Tutti negli Stati Uniti e tutti in Europa devono avere fiducia nel medio termine nelle banche centrali: torneremo al 2% d’inflazione. Lo ha affermato Jean Claude Trichet, economista francese ed ex presidente della Banca centrale europea, intervenendo all’evento Young Factor.
“Siamo a un punto di svolta, di non ritorno, legato chiaramente alla guerra e al Covid – ha aggiunto Trichet – Dopo decenni di inflazione bassissima, anzi di minaccia di deflazione che ha spinto tutte le banche centrali dei paesi avanzati a posizioni molto accomodanti, ora siamo in una situazione completamente diversa. Ora il problema principale è evitare la destabilizzazione legata alle attese d’inflazione sul medio termine“.
“Mi pare che ci sia unità di intenti sulla necessità di mettere fine alla dipendenza dal gas e dal petrolio russo, il problema è la transizione e qui molti paesi si stanno muovendo autonomamente per trovare nuovi fornitori di energia. Credo che dovremmo farlo in modo coordinato e sarebbe bene avere un mercato unico dell’energia – ha detto l’economista in un altro passaggio – Questa guerra è stata una vera pugnalata e ci ha spinto a dover affrontare con urgenza il problema dell’energia che peraltro rientra nella nostra battaglia di lungo termine per combattere il cambiamento climatico”.
A una domanda su una maggiore integrazione europea, ha risposto: “A tendere sono a favore di un’Europa federale. Auspico e invito tutti a agire subito”, perché “con il tempo questa è la soluzione”. Trichet ha specificato che si tratta di una “necessità inevitabile se vogliamo” mantenere “la nostra influenza globale” insieme a Stati Uniti, Cina e India.