(Teleborsa) – Secondo le rilevazioni del Ministero della Transizione energetica al 6 giugno risultano in crescita i prezzi settimanali dei carburanti. La benzina in modalità self raggiunge 1.940,54, circa 5 centesimi in più (+2,92%) rispetto alla settimana precedente. In netto rialzo anche il gasolio che, sempre al self, si attesta a 1.851,52 euro al litro, di oltre 3 centesimi (+2,14%).
“Il gasolio, che non è mai sceso sotto i rincari seguiti allo scoppio del conflitto, ora segna un salto settimanale di circa 3,9 cent al litro, 1 euro e 94 cent a rifornimento”, ha denunciato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Da quando è iniziata la guerra, un litro di benzina, costa oltre 9 cent in più, con un rialzo del 4,9%, pari a 4 euro e 53 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di quasi 13 cent (+12,916 cent), con un balzo del 7,5%, pari a 6 euro e 46 cent a rifornimento. Rispetto all’inizio dell’anno, la benzina è salita del 12,8%, pari a 11 euro e 5 cent per un pieno di 50 litri, 265 euro su base annua, il gasolio è aumentato del 16,8%, 13 euro e 31 cent a rifornimento, equivalenti a 319 euro annui” , ha aggiunto Dona.
“L’incremento una tantum della produzione di petrolio dei Paesi Opec+ è del tutto insufficiente per contrastare queste speculazioni belle e buone. Il Governo non può più limitarsi a prolungare il taglio delle accise oltre l’8 luglio, ma deve alzare la riduzione di almeno altri 10 cent e ridurre l’Iva dal 22 al 10%, altrimenti non si esce da questa spirale inflazionistica che sta dissanguando il potere d’acquisto delle famiglie”, ha concluso Dona.